IL NON PROFIT, MOTORE DELL’EUROPA

Press Meeting

Nella Europa a 27 operano 27 mila cooperative sociali. In Italia sei milioni di persone sono impegnate nel terzo settore e offrono i loro servizi a 37 milioni di nostri concittadini. Privati che svolgono una funzione di utilità pubblica. Lo fanno nel campo dell’educazione, della formazione, della sanità, della cultura. Persino in quello della finanza e del credito, come dimostrano l’esperienza di Banca Prossima e quelle del microcredito sviluppate nei Paesi emergenti del terzo mondo.
Oggi anche il terzo settore fa però i conti con la crisi e deve trovare vie e percorsi in grado di superarla. Ed il Meeting ha affrontato questo tema durante l’incontro “Il non profit, motore dell’Europa”, svoltosi nella sala Neri, durante il quale Monica Poletto, presidente di CdO-Opere sociali, ha presentato al pubblico le riflessioni di Giuseppe Guerini, presidente di Federsolidarietà, Marco Morganti, ad di Banca Prossima e Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione Ue.
“Il terzo settore non ha bisogno di interventi o sostegni particolari rispetto alle imprese tradizionali. Anzi bisogna sfatare l’immagine di un non profit sempre alla ricerca di fondi. Noi vorremmo operare come gli altri soggetti sul mercato. E invece troppo spesso chi non ha il profitto nella sua missione e nel suo dna, è di fatto penalizzato sul piano fiscale o formativo”, ha dichiarato Morganti.
“Piuttosto, in una crisi che fa scomparire il senso di fiducia delle persone, come qui hanno riconosciuto nei giorni scorsi il premier Monti e il ministro Passera, terzo settore e volontariato possono offrire a economia e a società proprio questo prezioso elemento”, ha spiegato Morganti. Ci si impegna, si lavora nel non profit perché si ha fiducia nel futuro, negli altri, nel bene comune. Non certo per denaro o per profitto individuale. “Purtroppo, non sempre il valore di quest’esperienza è pienamente compreso dal nostro Governo. Sembra quasi considerato un settore secondario della vita sociale economica e sociale”.
L’importanza del settore è invece pienamente riconosciuta da Banca Prossima, l’istituto finanziario del Gruppo Intesa-SanPaolo: ventimila clienti solo e esclusivamente nel terzo settore. “Spesso non abbiamo percezione del fatto che il non profit italiano è un modello per tutto il mondo. Dagli altri Paesi vengono a studiare il nostro modello cooperativo sociale e in Inghilterra hanno appena affidato a una cooperativa di Perugia il compito di pensare e realizzare un progetto per reinserire nella società i soldati inglesi che tornano dall’Afghanistan con problemi fisici e psichici. Il “made in Italy” non è leader nel mondo solo per lusso, moda, o cucina”, ha spiegato sempre Morganti.
Ma il non profit così come ogni altra tipologia aziendale ha bisogno di risorse e credito. Cosa non facile in epoca di credit crunch. Ma su questo Morganti ha trovato una soluzione possibile al problema: “I cittadini sovvenzionano l’opera no profit ritenuta utile per la comunità e la banca interviene per garantire i cittadini in caso di insolvenza”. È il caso di Cometa. una delle più importanti realtà di imprese sociali del Norditalia. Non è utopia, è realtà. Economicamente conveniente. Infatti, Prossima ha la più bassa percentuale di deterioramento del credito in Europa: inferiore all’uno per cento.
Infine, il commissario Ue Antonio Tajani ha sottolineato come terzo settore, volontariato e impresa sociale siano entrati a pieno diritto nell’agenda europea. Risultato ottenuto anche grazie al lavoro dei rappresentanti italiani a Bruxelles. “Stiamo studiando e ponendo in attuazione misure che rendano organico il quadro normativo continentale per l’impresa sociale, rendendo più semplice l’accesso al credito e la visibilità di queste realtà”. La Commissione inoltre sta realizzando una mappa europea informatica del non profit. “Soprattutto – precisa Tajani – abbiamo emesso una direttiva che renderà obbligatori entro sessanta giorni il pagamento da parte degli Enti pubblici al volontariato e il ministro Passera mi ha assicurato che dal prossimo novembre entrerà in vigore anche nel nostro Paese”. Non è faccenda da poco, visto che i ritardi di pagamento da parte dello Stato ammontano in Italia a quaranta miliardi di euro. Venticinque di questi dovranno essere saldati proprio nei confronti del terzo settore. Il creditore più importante delle nostre Istituzioni pubbliche.

(M.L.A., C.B.)
Rimini, 22 agosto 2012

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