Il mondo di Jannacci

Press Meeting

Un apparecchio radio anni ’40 del secolo scorso, quelli a valvole e con mobile in legno sul bordo esterno del palco, quasi a simboleggiare un mondo passato, ma al quale guardare ancora. Un attore-autore che entra in scena con salopette chiara con una bretella rotta, un look che richiama gli imbianchini di un tempo, ed ha tante cose da raccontare. Una coreografa-ballerina che accompagna il monologo insieme a cinque musicisti di provata professionalità. Su tutto la musica e il mondo, con le sue storie accennate, che è stato di Enzo Jannacci. Un mondo che trasuda nebbia e lavoro, povertà e dignità, non senza un pizzico di generosità e di coscienza del limite. Il tutto nello spettacolo “Le scarpe del tennis”, al Teatro Novelli affollato, alle 21:30, da un pubblico attento e partecipe che, alla fine, ha chiesto di eseguire ben tre pezzi fuori programma.

Guido Mezzera, autore dei testi e attore in scena, ha scelto oltre la famosa “El purtava i scarp del tennis”, altre quattro canzoni, forse fra le meno note di Enzo, ma fra le più significative. Nell’ordine “El pitùr”, “Soldato Nencini”, “Sei minuti all’alba” e la splendida “ Quando gli zingari arrivarono al mare”. Storie di periferia o comunque di situazioni limite, ma che diventano centrali nella umanità del protagonista e nel reale raccontato. Su ciascuna Mezzera ipotizza la storia del protagonista. Particolarmente suggestiva la prima, che si conclude, come la canzone, con ‘el pitùr’ che disegna coi gessetti colorati, nella cella di San Vittore dove muore, una crocefissione: il buon ladrone assume le sue fattezze e il centurione porta il cappello nero del “ghisa” milanese che aveva calpestato la Madonna disegnata sul marciapiede ed era all’origine del suo arresto. Una citazione per i cinque validi musicisti Gianluigi Arioli, fisarmonica, Giovanni Benzoni e Marco Bramati, chitarre, Paolo Zatta, basso, Stefano Zanrosso, banjo, mandolino americano e tromba. Ballerina e coreografa Laura Massari, i cui interventi sono stati accompagnati dai musicisti con brani sempre di Jannacci. Fra i bis un omaggio a Paolo Conte con “Bartali”.

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