Saranno dodici le mostre della XXVII° edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli. Un linguaggio caro alla manifestazione riminese, quello delle esposizioni. Negli anni, sono oltre 400 le mostre organizzate dal Meeting, molte delle quali continuano poi ad essere esposte, in forma itinerante, in Italia e all’estero. Lo scorso anno, sono stati 103.660 le persone che, durante il Meeting, hanno scelto le 4935 visite guidate alle mostre, 300 i volontari che si alternano durante la settimana per illustrarle al pubblico.
Volta ad approfondire il tema del Meeting 2006, sarà la mostra dedicata a don Giussani dal titolo “Capitolo Decimo. Giussani. Al culmine della ragione” a cura di Riccardo Bonacina e Giuseppe Frangi. Sarà un percorso di tre filmati costruiti sull’impalcatura del decimo capitolo de Il senso religioso, uno dei testi fondamentali del Gius che affronta il tema della ragione. I brani del libro sono letti da Franco Branciaroli, su immagini e musiche tratte da opere di grandi artisti. Ogni quadro viene inframmezzato dalla lettura di testi della Bibbia e di autori amati da don Giussani (Leopardi, Ada Negri, Eliot, Rebora), che aiutano a rendere ragione del percorso e ad approfondirlo. Infine, tre quadri contengono altrettanti spezzoni tratti da conversazioni filmate di don Giussani.
“Le opere dell’esperienza benedettina, da cui è nato il lavoro, la civiltà moderna e la stessa democrazia occidentale”: saranno i Monaci del monastero della Cascinazza, presenti per la seconda volta al Meeting, insieme alla Fondazione per la Sussidiarietà, a raccontarle in una mostra dal titolo: “Con le nostre mani, ma con la tua forza. Le opere nella Tradizione monastica benedettina”. Che cos’è un’opera, come un’opera nasce in modo vero e come può conservare questa verità nel suo sviluppo nel tempo? Dalle opere benedettine a una riflessione sull’Europa di oggi.
Il tema della ragione e dell’infinito richiamano naturalmente alla scienza. “…A che tante facelle? La Via Lattea tra scienza, storia e arte” è il titolo della mostra a cura di Marco Bersanelli, Elio Sindoni, Mario Gargantini, Davide Maino e Nicola Sabatini. La domanda di Leopardi accompagnerà i visitatori attraverso le meraviglie della Via Lattea e delle sue rappresentazioni nella storia dei popoli, con l’ausilio di un planetario di 6 metri di diametro, che riprodurrà una vista della Via Lattea e del cielo stellato.
Il Meeting ha sempre dedicato attenzione e spazio alla rilettura della storia. Una mostra-reportage dal titolo “Budapest 1956. La Rivoluzione” ricorda i 50 anni dei drammatici avvenimenti ungheresi. Grazie agli scatti del fotografo Erich Lessing – ed a un incontro di presentazione cui parteciperà Giulio Andreotti – il ricordo di una rivoluzione sui generis: una rivoluzione popolare nata dal desiderio di sottrarsi alla soffocante oppressione sovietica, alla negazione delle libertà elementari, alla burocrazia opprimente. Ricordare questo fatto è anche far memoria di un popolo mosso da un ideale di libertà.
Ancora ad est, con la mostra dal titolo “Padre Aleksandr Men’. La ‹‹Legge›› di un uomo vivo. Testimone in Urss” a cura di Pavel Men’, fratello di Aleksandr, e Giovanna Parravicini. La storia del sacerdote ortodosso che visse tutta la sua vita sostenuto dalla certezza che la grandezza della ragione umana sta nell’imparare a scorgere le tracce di una Presenza, che sola può colmare la sete di felicità e di infinito dell’uomo. Grande evangelizzatore ed educatore di migliaia di cristiani, fu ucciso a Mosca nel 1990, in piena perestrojka
Dalla storia all’arte, con l’esposizione curata da Marco Bona Castellotti: “Classica Majestas. Il ritorno all’antico da Arnolfo a Giotto”. Scopo della mostra è esaminare, a partire dalle opere di alcune tra le massime figure attive sulla scena delle arti fra Due e Trecento, il recupero della cultura figurativa classica nella tradizione medievale. In modo particolare, verranno presi in esame i casi paradigmatici di Nicola e Giovanni Pisano, di Arnolfo di Cambio, di Pietro Cavallini e di Giotto, oltre ai loro precedenti romani, con un cenno obbligatorio alle arti al tempo di Federico II.
All’insegna del realismo, la mostra dedicata a un grande americano, “Edward Hopper”, che negli anni ’30 si pone davanti al quotidiano, per ricercarne il senso, con sguardo disincantato e malinconico. Focalizzando l’attenzione sulle opere principali dell’artista, la mostra, curata da Elena Pontiggia, illustrerà la poetica di Hopper, sottolineandone i legami con la filosofia (Emerson) e la poesia (Verlaine, Gothe, Frost). Nel medesimo tempo, si terrà come riferimento il panorama dell’America dei suoi anni, dal 1882 al 1967, con paralleli ed esempi nel campo della fotografia e del cinema.
“La sapienza e l’infinito. L’albero della vita nel mosaico di Otranto” ricostruisce con linguaggio didattico il prestigioso mosaico pavimentale della Cattedrale di Otranto, luogo di incontro della tradizione ebraica, bizantina, islamica con quella cristiana. La mostra consente di approfondire la conoscenza della cultura nel mondo medievale e gettar luce su uno dei simboli più controversi della storia dell’arte: l’albero della vita.
Grande spazio alla musica con “Igor Stravinskij. Un maestro nel Novecento”. La mostra curata da Roberto Androni racconta la figura di Igor Stravinskij, il formidabile e carismatico maestro russo che attraversa il panorama musicale, artistico e culturale del Novecento. All’opera di questo homo viator saranno dedicate anche le rappresentazioni di “Histoire du soldat”.
Una mostra davvero nazionalpopolare è “In un popolo pieno di canti. I fratelli Pedrotti e la coralità alpina”: racconta la storia del coro alpino più famoso del mondo, la SAT, che celebrerà al Meeting il suo ottantesimo anniversario. La mostra descrive le vicende che hanno segnato la vita dei quattro fratelli Pedrotti, fotografi di professione e fondatori del Coro, e il grande successo della loro opera. Per celebrare la ricorrenza, il Coro si esibirà in concerto giovedì 24 agosto, insieme ai non professionisti che avranno partecipato allo stage programmato per il pomeriggio dello stesso giorno.
E’ un tema caro al Meeting, Dante e la sua Commedia. La mostra “La gloria di colui che tutto move. La felicità nel Paradiso di Dante” promuove la conoscenza di un’opera decisiva nel panorama letterario europeo e mondiale. Il cammino di Dante nel Paradiso, preludio alla visione finale di Dio, è la testimonianza di una esperienza possibile per l’uomo di tutti i tempi.
Va infine ricordata la mostra su “Toribo Alfonso De Mogrovejo (1538-1606): identità e multiculturalità in America Latina”. Un santo poco noto in Europa ma importantissimo, Toribo Alfonso De Mogrovejo, secondo vescovo di Lima alla fine del 1500. Una vita dedicata totalmente alla costruzione della chiesa cattolica il cui messaggio Totibio portava attraversando a piedi tutto il Perù. Un messaggio attualissimo, centrato sulla scommessa che la fede cristiana possa essere punto di incontro e di dialogo in un mondo multiculturale e multietnico.