Il «grande abbraccio del Mistero»

Redazione Web

IERI SERA GUARDO IL CIELO AZZURRISSIMO:

PERCORSO TRA MUSICA E POESIA SEGUENDO LE TRACCE DI CIÒ CHE CI COSTITUISCE

 

Rimini, 20 agosto – Un percorso che ha abbracciato il mondo intero, cercando le tracce di un unico denominatore comune: la bellezza e i desideri profondi, costitutivi dell’uomo. È quanto accaduto ieri sera in Arena Percorsi A2, dove la professoressa buddista giapponese Wakako Saito e Marina Valmaggi hanno presentato l’incontro-concerto Guardo il cielo azzurrissimo. Cercando il volto del Mistero. Una serata nata da un’amicizia sbocciata per Grazia, non prevista, eppure coltivata tenacemente. «Ci vediamo sempre solo al Meeting, ma durante il resto dell’anno dobbiamo tutti lavorare instancabilmente perché la nostra vita fiorisca come accade qui», ha detto Saito alla fine del concerto. Punto sorgivo di questo rapporto è l’amicizia, nata tanti anni fa, tra don Giussani e i monaci buddisti del Monte Kōya. Un rapporto tra persone che hanno riconosciuto una ricerca comune, e a partire da questo riconoscimento si sono guardati con stima. Una stima da cui è nato, come frutto, l’amicizia tra popoli che si allarga fino a diventare rapporto tra fedi e culture.

Il concerto, eseguito dall’Ensemble In Canticis, con la partecipazione del tenore Nao Mashio, ha spaziato lungo epoche e Paesi accompagnando lo spettatore a cogliere l’emergere di un comune umano sentire. Dall’avvertimento di una promessa di significato, di bellezza, di verità, fino al rapporto con il Tu che questa promessa può compiere.

Il percorso è iniziato dal mito di Icaro, immagine eterna del desiderio dell’uomo di raggiungere non meno del punto culminante del cielo. Successivamente si è proseguito con le Bachianas Brasileiras di Heitor Villa-Lobos, in cui la contemplazione della bellezza della natura si carica di struggimento per la promessa che in essa è contenuta. Attraverso passaggi graduali, tra brani di Kòdaly, letture di Rilke e citazioni leopardiane, si è giunti all’intuizione della possibilità di rapporto con questo Mistero, avvertito come presente in ogni aspetto dell’esistenza umana, come canta Negra sombra. Ma questo Mistero, come hanno raccontato gli interpreti, può affacciarsi nell’esistenza umana e rendersi incontrabile, dando vita a espressioni intime e grandiose al tempo stesso come l’Inno al Creatore di Beethoven.

Uno dei momenti di maggiore intensità della serata è stata l’esecuzione commovente di Le campane di Nagasaki, canto giapponese dedicato alla storia di Takashi Paolo Nagai, il medico convertito al cristianesimo che ha perso la moglie nel bombardamento del 9 agosto 1945 e trovato nella fede la capacità di guadare a quell’evento tragico – personale e collettivo – come rapporto con quel Tu misterioso. L’acuto finale del tenore Nao Mashio ha suscitato applausi fino a fare alzare in piedi il pubblico, e ha fatto proporre il brano come bis.

Al termine della serata è echeggiato il verso “Nacque il tuo nome da ciò che fissavi”, dal brano Il Volto di Marina Valmaggi, dedicato a Veronica. «Siamo tutti dei piccoli dottor Nagai», ha affermato Saito a fine concerto. Ciascuno di noi può essere quel punto che si riconosce guardato, chiamato per nome dal Mistero. Ancor più, forse, possiamo tutti essere come quella donna il cui volto nella storia semplicemente coincide con quello di Chi ha inaspettatamente incontrato e impresso per sempre».

 

(T.G.)

 

Responsabile Comunicazione Eugenio Andreatta tel. 329 9540695 eugenio.andreatta@meetingrimini.org

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