Rimini, martedì 21 agosto – Il terzo incontro della giornata all’Arena Move to Meet A1 ha visto protagonisti Sergio Savaresi, professore ordinario di Automazione nei Sistemi di Trasporto presso il Politecninco di Milano e Guido Improta, segretario generale dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti, moderati da Davide Isgrò, advisory board Move to Meet.
L’intervento del professor Savaresi ha analizzato tre macro segmenti relativi alla mobilità dal lato users. Oggi, ha esordito, i cambiamenti climatici sempre più repentini hanno cause principalmente antropogeniche e si riflettono profondamente su una popolazione mondiale che ha subito un innalzamento demografico con una conseguente urbanizzazione verso, e attorno, a centri abitati di grande densità. Queste premesse aprono le porte ad una differente tipologia di mobilità: dall’auto “pesante” e di proprietà personale a veicoli piccoli, elettrici e condivisi con un guidatore robotizzato.
“Nel prossimo ventennio – ha affermato il docente – assisteremo ad una convergenza digitale della mobilità: veicoli autonomi e connessi, realtà virtuale e realtà aumentata si affiancheranno ai processi e prodotti verso una vera e propria mobilità virtuale. A spostarsi non saranno più le persone, ma principalmente gli oggetti e le merci, come già avviene oggi nell’e-commerce”.
Le tecnologie non sono frenate da problemi di sicurezza e infrastrutturali: il docente, quindi, ha invitato a riflettere proprio sulla questione sicurezza legata, ad esempio, alla guida automatica che, secondo studi recenti, riuscirebbe comunque a diminuire l’incidentalità che deriva dalla guida “umana” tradizionale.
Non mancano certamente i rischi legati alla mobilità virtuale. Da quelli classici, legati alla gestione dei dati e della privacy, sino alle problematiche più complesse legate a conseguenze psico-fisiche, che passano dal cyberbullismo alla cosiddetta “fear of missing out”, cioè la paura, soprattutto delle nuove generazione, di essere tagliati fuori dal contesto social. È stato anche evidenziato dal professor Savaresi come “tra i rischi che emergono vi sia anche una incapacità per le nuove generazioni all’approfondimento e al pensiero sequenziale”.
Per ovviare a queste problematiche è allora necessario che venga ridotto il disallineamento generazionale tra gli “users” ed i “rulers”, cioè quelle entità istituzionali che hanno il compito di definire le regole di gestione, incluso il mondo dell’istruzione e della formazione. I regolatori devono gestire con attenzione la materia cercando di stare al passo con i tempi, pur riconoscendo l’estrema difficoltà di viaggiare in parallelo al binario di una inarrestabile innovazione tecnologica. Il dibattito, ha proseguito Savaresi, si estende anche alle forme di governance politica che devono assicurare processi decisionali e di partecipazione attiva. Emerge allora il bisogno di leader-maestri, che con onestà, competenza e saggezza siano in grado di guidare i popoli verso nuovi traguardi, bilanciando lo sviluppo tecnologico con quello morale ed etico.
Isgrò ha poi invitato il segretario generale ad esporre la propria visione sulle difficoltà che il legislatore incontra in questo mondo sempre più connesso e tecnologicamente in mutazione continua.
Guido Improta ha quindi analizzato le modalità con cui una struttura pubblica può intervenire per regolamentare il mercato dell’innovazione tecnologica con riferimento al settore della mobilità. “Occorre fare in modo che l’innovazione di prodotto e di processo non finisca per far venir meno la competitività, evitando che i soggetti economici che hanno ampliato il mercato diventino leader unici, abusando nel lungo periodo di questa posizione dominante”, ha sottolineato.
La risposta del legislatore “è quella di creare delle autorità di regolazione economiche snelle che acquisiscano dal mercato le competenze tecnologiche necessarie per rispondere a questi scenari che si modificano rapidamente, garantendo il raggiungimento di un punto di equilibrio tra le innovazioni”, evitando così che la situazione si traduca in una sorta di posizione dominante che penalizzi gli altri soggetti economici e gli utilizzatori finali. Anche la tematica degli incentivi, concessi ad esempio alle compagnie low cost con un incremento del 20% negli ultimi anni, deve essere gestita con attenzione per evitare che diventino un mero supporto economico senza che ne consegua un relativo beneficio per gli utilizzatori dei servizi.
L’ulteriore sfida a cui è chiamata una struttura pubblica di regolazione dei trasporti, ha ancora precisato Improta, è quella relativa alla gestione dei dati degli utenti e dei consumatori, la cui profilazione rappresenta un dato fondamentale per l’innovazione tecnologica dei vettori. La disponibilità dei dati deve essere garantita a tutti gli operatori attivi ed ai potenziali competitors, perché l’informazione legata al cliente finale è la chiave di successo per potersi imporre da un punto di vista economico rispetto ai mercati integrati.
L’autorità di regolazione deve essere quindi attenta alle dinamiche di mercato, in grado di leggere i cambiamenti repentini e soprattutto senza il timore di assumersi le responsabilità decisionale e di azione concreta nel settore di riferimento.
(S.Z.)