Il dragone rallenta, non si ferma. Grandi possibilità in Cina

Press Meeting

Rimini, 24 agosto 2015 – “Dopo questa burrasca, se andremo avanti in modo continuo e professionale, dalla Cina avremo grosse soddisfazioni”. Questa mattina, il presidente della FederlegnoArredo, Roberto Snaidero, rispondendo alle domande dell’inviato del Corriere, Dario Di Vico, non si è mostrato molto preoccupato per la tempesta finanziaria che, partendo da Pechino, ha scosso i mercati del mondo. Tantoché l’organizzazione di un grande salone sull’Italian style, in programma per il 2016 a Shangai, procede a gonfie vele e oltre all’industria del mobile coinvolgerà altri settori produttivi e lo stesso ministero dell’ambiente. Non era preoccupato, questa mattina, neanche il presidente del Forum delle città della Via della seta, Francesco Rutelli, convinto che la Cina stia aumentando il livello di benessere interno perché vuole uscire in fretta dalla povertà e questo ci riserverà delle buone sorprese, “basta che siamo pronti a coglierle”. L’architetto cinese Lyndon Neri, presente anche lui alla tavola rotonda sulla “Sfida del dragone” moderata da Di Vico, si è detto addirittura contento del calo della borsa. “In Cina si corre troppo, ci si vuole arricchire subito – ha spiegato – e per questo si preferisce copiare a destra e sinistra invece che inventare. Adesso con questa battuta di arresto finanziaria finalmente ci possiamo sedere, riflettere e valutare. Avremo tempo per pensare e creare. E poi, una crescita “solo” del 6% non credo possa significare che un’economia vada male”.
Bisogna, allora, attrezzarsi per il dopo, per consolidare una presenza sui mercati cinesi, tenendo conto delle novità e dei cambiamenti. Alcune interessanti osservazioni vengono dall’architetto Neri, uomo di successo, che la Cina la conosce ovviamente bene. “C’è un problema d’istruzione, di cultura dei cinesi – osserva – con la rivoluzione culturale, tante cose in questo campo sono scomparse, noi cerchiamo di recuperarle. È vero, la classe media si arricchisce velocemente e ha soldi da spendere ma senza un’istruzione adeguata, che faccia apprezzare la bellezza del prodotto italiano, per l’Italia potrebbero esserci problemi”. “Il mio Paese sta uscendo dalla povertà – ha aggiunto l’architetto, con studi professionali a Shangai e Londra – e tutti cercano soldi, ma basarsi solo sul profitto non va bene e per questo sono soddisfatto che oggi la situazione della borsa non sia così rosea”. La perdita di una cultura spirituale, secondo Lyndon, è forte anche nel nostro Paese. “In Italia avete avuto grandi artisti del passato che cercavano un intimo rapporto con Dio – ha affermato – Adesso, al massimo, si cerca un riferimento intellettuale e non del cuore. Ma senza un vero rapporto con Dio non c’è futuro, per nessuno e in nessun campo”.
Rutelli ha parlato di una nuova Via della seta, a cui sono interessati tanto i cinesi che gli italiani. Non si tratta, per l’ex sindaco di Roma, di un remake storico culturale degli antichi itinerari dall’Occidente alla Cina, che risalirebbero a Marco Aurelio. “I cinesi – ha spiegato Rutelli – amano l’Italia contemporanea e il nostro stile di vita, non solo il nostro passato. C’è un’immensa ricchezza in Cina e molte potenzialità da sfruttare come, ad esempio, le centinaia di milioni di turisti che si apprestano ad invadere l’Europa. Entro dieci anni, la Cina dovrà riposizionare al suo interno 150 milioni di abitanti, per poter continuare a crescere”. “Ci stiamo preparando a tutto questo? – si chiesto Rutelli – Abbiamo un’offerta di sistema, attenta alla qualità della vita anche in Cina? Siamo radicati nelle grandi città cinesi o siamo presenti in modo episodico e sprovveduto?”. Snaidero, che lavora con la Cina da una ventina di anni, ha assicurato che la Federlegno a Shangai ha i suoi uffici, che garantiscono continuità e danno assistenza ai propri soci, per scegliere i partner commerciali adatti e che diano garanzie. “A Shangai – ha aggiunto – nel 2016 non faremo solo un salone del mobile ma lanceremo lo stile di vita italiano”.
Infine lo spinoso tema delle contraffazioni, perché i cinesi continuano copiare di tutto, dagli arredi agli ovetti kinder (dopo tredici cause perdute, la Ferrero ha portato a casa un successo alla quattordicesima, ma la controparte ha cambiato ragione sociale e ripreso a clonare). Snaidero ha detto che i ricchi cinesi cominciano a non voler più le copie economiche dei nostri prodotti ma che cercano gli originali, magari pagandoli di più. Ha però denunciato la presenza su Alibaba, gigantesco sito commerciale online cinese, di una grande quantità di copie dei complementi di arredo. Lyndon Neri ha rivelato che la quotazione in borsa, negli Stati Uniti, di Alibaba ha preoccupato anche gli operatori del suo Paese, perché sul sito proliferano anche le copie di prodotti cinesi. “Arrivano a contraffare anche le uova”, ha raccontato l’architetto, assicurando, però, che il governo sta affrontando il problema della contraffazione e della proprietà intellettuale.
Rutelli, infine, parlando delle grandi metropoli e del loro sviluppo connesso con la globalizzazione, ha espresso alcune critiche all’attuale condizione di Roma. “La nostra capitale – ha detto – resta una capitale universale che però potrebbe smarrire il suo volto umano. A Roma ci sono intere aree ormai fuori controllo, degradate, inquinate da infiltrazioni criminali e prive di qualsiasi speranza e opportunità per i giovani. Roma, come tutte le grandi metropoli, nel suo futuro sviluppo dovrà essere in grado di andare incontro alle esigenze della persona e della comunità”.

(D.B.)

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