“IL DESTINO PER IL QUALE SIAMO STATI FATTI” È VISSUTO QUI CONFERENZA STAMPA DEL CUSTODE DEI LUOGHI SANTI P. PIZZABALLA

Press Meeting

Se il cristianesimo fosse una delle tante espressioni della religiosità umana, quelle pietre sarebbero espressione di una generica nostalgia del divino. Il problema è che per i cristiani Dio da quelle parti c’è passato in prima persona, ha calpestato quella terra, ha amato quei paesaggi, a volte se l’è presa per la testa dura dei suoi abitanti. “La fede cristiana non è una teologia o una filosofia, ma un fatto: Dio si è rivelato in una persona. E quelle pietre ne sono state – e ne sono ancora – testimoni”. Lo dice in conferenza stampa padre Pierbattista Pizzaballa, 42 anni, francescano, a cui è affidato proprio il compito di custodire, difendere e conservare i luoghi dove “il destino per cui siamo stati fatti” è vissuto nei 33 anni della sua vita terrena.
Un ruolo, quello dei custodi, affidato ai Francescani lungo i secoli. Ma un luogo caro anche a tante altri confessioni cristiane e religioni. I rapporti, oggi? “Il dialogo per noi è qualcosa di molto concreto. Anzi, più che dialogo parlerei di condivisione. Abitiamo negli stessi appartamenti, facciamo insieme la fila alle poste. Si condivide la vita di ogni giorno. Con le istituzioni il rapporto è abbastanza cordiale, con la gente comune problemi non ce ne sono quasi mai”.
Alla Custodia è affidata anche la conservazione del patrimonio architettonico e artistico. “Parliamo di luoghi cari ai cristiani di tutto il mondo come Cafarnao, Magdala, Nazareth, e anche di edifici di culto spesso di grandi dimensioni come nel Getsemani e sul monte Tabor. Edifici spesso costruiti nel periodo britannico e che da allora non sono mai stati restaurati. Vi lascio immaginare in che condizioni sono…”. Il problema riguarda, più che gli interventi strutturali, la manutenzione ordinaria: difficile trovare in loco risorse e persone che se ne occupino con continuità.
I cristiani in Terrasanta, oltretutto, sono sempre di meno: circa 170mila, secondo le stime più credibili, l’un per cento della popolazione. Di questi il 60 per cento ha nazionalità israeliana, il 40 vive sul territorio dell’Autorità palestinese. Questi soprattutto sono tentati di fuggire. “Purtroppo in primo luogo i cristiani di classe media”, commenta il francescano, “perché anche andarsene ha un costo”. E così i cristiani nei luoghi di Gesù rischiano di diventare un gruppo sempre più esiguo.
Anziché drammatizzare, suggerisce padre Pizzaballa, è meglio chiedersi come dare concretamente una mano. Uno dei modi più semplici è il pellegrinaggio. “Un obbligo morale per tutti i cristiani del mondo”, commenta, “per dare respiro anche economicamente alle famiglie cristiane del luogo. Quasi tutte vivono di turismo religioso e del suo indotto”. I pellegrinaggi, che stanno riprendendo vigorosamente dopo la crisi dell’anno scorso, favoriscono poi la moderazione (“quando si lavora c’è meno tempo per pensare agli estremismi”) e costituiscono un potente sostegno psicologico. “I pochi che restano si sentono legati a una realtà più grande, a tante persone di tutto il mondo, e questo dà loro conforto”. Nota bene da non sottovalutare: nonostante tutto ciò che si possa pensare in proposito, “i pellegrinaggi sono sicuri, né più né meno come ogni altra meta di viaggi nel mondo”.
Tra le realtà legate alla Custodia, infine, va segnalato anche l’Istituto Magnificat di Gerusalemme: scuola di musica, ma anche di dialogo. L’istituto infatti, diretto dal frate e compositore di origini pesaresi Armando Pierucci, dà modo a 180 ragazzi ebrei e arabi di studiare uno strumento, o di approfondire la composizione e la musica corale. Gemellata con il Conservatorio “Arrigo Pedrollo” di Vicenza, la scuola propone ogni anno varie iniziative tra le quali concorsi pianistici e festival di musica corale.

E. A.
Rimini, 21 agosto 2007