Il “sistema Paese” può davvero cambiare, a patto che tutti i suoi principali protagonisti attuino una sussidiarietà piena e reale, dettata non tanto dalla necessità (la diminuzione di risorse pubbliche), ma dalla convinzione che un tale modello economico-sociale sia utile alle amministrazioni pubbliche, come alle imprese, ma soprattutto ai cittadini, i quali, in tal modo potranno veder soddisfatti con una più diretta responsabilità la crescente domanda di servizi e di infrastrutture, in definitiva di qualità della vita.
È questa una possibile sintesi dell’interessante incontro di questa mattina sul tema: “Il concorso dei privati per la realizzazione delle grandi opere pubbliche: procedure, problematiche, prospettive”, a cui sono intervenuti: Tiziano Arlotti, assessore ai lavori pubblici del Comune di Rimini, Franco Buzzi, presidente dell’Associazione Nazionale Cooperative di Produzione e Lavoro (raggruppa 955 imprese e 9 consorzi), Franco Pellizzer, assessore ai lavoro pubblici del Comune di Bologna, Andrea Silvestri, assessore alla pubblica istruzione, formazione professionale e diritto allo studio della Regione Puglia, e Maurizio Lupi, deputato della Repubblica e capogruppo di Forza Italia alla Commissione Ambiente e Territorio della Camera.
Arlotti ha prima di tutto illustrato l’esperienza di un comune medio-piccolo a vocazione turistica come Rimini (130 mila abitanti), che nel 2002 ha effettuato un investimento pro-capite tra i più elevati d’Italia, pari 400,00 €, ma le cui grandi opere – ad esempio, la rete di trasporti costiera, o la fiera – sono da considerare piccole rispetto a quelle realizzate dalle città metropolitane. Arlotti ha poi evidenziato quelli che secondo lui sono i tre strumenti per rilanciare l’Italia nel settore delle grandi infrastrutture e consentire un più positivo rapporto tra amministrazione pubblica e impresa: bandi gara, concessioni-gestioni, società di trasformazione urbana. Buzzi ha invece sottolineato la necessità di “una regia forte che individui le priorità ed acceleri i percorsi”, che coinvolga più attivamente, sia gli enti pubblici (in particolare nei programmi e nei progetti), sia i privati, anche nella gestione delle opere e non solo nel rischio d’impresa. Pellizzer, ricordata una grande opera che l’amministrazione bolognese andrà a realizzare con il coinvolgimento dei privati (la nuova sede unica del comune, che sostituirà le 21 attuali, molte delle quali di proprietà privata, disperse sul territorio), ha richiamato l’importanza che la pubblica amministrazione recuperi credibilità verso il mercato, occupandosi di individuare i bisogni, attuarne le modalità per soddisfarli e realizzare la loro programmazione. Per questo, secondo Silvestri è necessaria un’azione formativa specifica per la classe dirigente pubblica, affinché possa tradurre la normativa in termini di efficacia e qualità, sappia coglierne pianamente le opportunità, riducendo anche i rischi di “non saper spendere bene le risorse”. Per l’assessore pugliese è inoltre basilare che siano attuate adeguate politiche di sviluppo per il Mezzogiorno e, più in generale, per riformare il “sistema Paese”: se può essere importante realizzare il nuovo ponte di Messina, è sicuramente indispensabile costruire acquedotti, strutture sanitarie, porti turistici, impianti sportivi, parcheggi… Per Lupi la strada intrapresa dal Governo per attuare una nuova politica infrastrutturale col coinvolgimento di amministrazioni pubbliche e privati (il cosiddetto “project financing”) attraverso le leggi “Obiettivo” e “166” (riforma della “Merloni”), è quella giusta. Lo dimostrano i dati: ad esempio, i bandi, dai 75 del 2000 e dai 113 del 2001, in assenza di tale normativa, sono saliti, proprio grazie alla nuova legislazione, a 199 nel 2002 e a 302 nel primo semestre 2003.
Tutti d’accordo, infine, i relatori sulla necessità di coinvolgere il sistema bancario italiano nella collaborazione sussidiaria iniziata tra pubbliche amministrazioni e imprese, così come avviene nel nord d’Europa. In tal senso Lupi ha comunicato che è in corso il relativo iter legislativo.
El.P.
Rimini, 28 Agosto 2003