Rimini, martedì 21 agosto 2018 – Nel ciclo di incontri per il cinquantesimo anniversario dalle proteste del 1968, oggi si aggiunge l’evento “’68 e oltre. Il ’68 visto da Oriente”, in collaborazione con Russia Cristiana.
Nell’Arena della Storia A5 Francesco Braschi, presidente dell’Associazione Russia Cristiana, introduce il tema dell’incontro ricollegandosi al titolo del Meeting di quest’anno: i giovani che scesero in piazza per protestare contro il regime comunista lo fecero con l’unico scopo di perseguire la felicità della loro nazione, e quindi, dell’uomo.
La ricercatrice Annalia Guglielmi, storica ed esperta dei paesi dell’est, ricorda la ricorrenza odierna dell’invasione della Repubblica Cecoslovacca da parte dell’URSS avvenuta esattamente cinquant’anni fa. Le proteste, di natura completamente pacifica, miravano alla riforma del partito socialista e delle sue strutture dall’interno, affinché si ponesse l’uomo in primo piano, e non l’ideologia comunista. Citando Hanna Arendt, Guglielmi afferma “L’utopia e l’ideologia sono una sostituzione della realtà con una sua rappresentazione – esse pongono una barriera tra l’uomo e l’ambiente nel quale vive. Riformare un socialismo dal volto umano significava prendere coscienza della realtà per quello che era ed adattarsi al contesto – senza schiavizzare l’uomo all’ideologia”.
Sull’umanità delle proteste del 1968 nell’est Europa riprende Adriano Dell’Asta, professore di Lingua e Letteratura Russa all’Università Cattolica di Brescia e Milano. “I giovani dell’est – al contrario di quelli che protestarono nell’ovest del continente europeo – rischiarono la loro vita per perseguire il fine della bellezza. Essa era l’unico mezzo con cui combattere la menzogna dell’ideologia comunista senza ricadere in essa e nei suoi mezzi autoritari”. Dall’Asta illustra la reazione italiana: le proteste vennero condannate duramente dal Partito Comunista, il quale, come tutta la sinistra occidentale, aspirava all’ideologia comunista, ma non riusciva a comprendere fino in fondo le difficoltà e le necessità dei paesi dell’est, dove il comunismo era una concreta realtà. Per questo motivo non si comprese la forte potenzialità riformatrice di queste rivolte, che furono però di fondamento per le rivoluzioni del 1989.
Conclude l’incontro Braschi ricollegandosi al tema di questa edizione. “I fatti accaduti nell’est Europa nel 1968 attuano ciò che questa manifestazione rappresenta quest’anno. Popolazioni che in maniera pacifica si sono battute per migliorare la loro condizione umana, facendo progredire la storia.”
(M. B.)