I più non ritornano

Press Meeting

Nell’ambito di “testi e contesti” delle ore 17.00, oggi, nello spazio eni Caffè Letterario A3, si svolge l’invito alla lettura de “I più non ritornano”, prima opera di Eugenio Corti. L’incontro vede la partecipazione della moglie Vanda Corti, di Cesare Cavalleri, direttore delle Edizioni Ares, della scrittrice Paola Scaglione e di monsignor Luigi Negri, arcivescovo di Ferrara-Comacchio e abate di Pomposa. “Nell’anno della sua scomparsa il popolo del Meeting, a lui assai caro, partecipa all’omaggio in memoria dello scrittore brianzolo”. Sono le parole con cui Fornasieri introduce l’iniziativa.
Cavalleri esordisce facendo riferimento allo spessore culturale e alla vocazione di scrittore di Corti: “Ho avuto la fortuna di essere l’editore di un grande scrittore, che ha la sua cifra identificativa nella classicità e soprattutto nella consapevolezza di scrivere per dare un contributo a plasmare il futuro di quelli che verranno”. L’editore invita tutti a leggere la lettera-testamento nel numero monografico di Studi cattolici interamente dedicato all’autore. Continuando a raccontare del rapporto professionale, ma soprattutto dell’amicizia intercorsa tra lui e Corti, Cavalleri conclude: “L’era di Corti inizia adesso: parla a tutti coloro che vorranno avvicinarsi alla letteratura per capire chi è l’uomo”.
Paola Scaglione, biografa dello scrittore brianzolo, entra nel vivo del contenuto del diario: “Aveva ventidue anni quando visse quei terribili ventotto giorni sul fronte russo. Avendo ben presente le proporzioni anche numeriche del male in cui si trovava, non si abbandonava ad esso, ma lo attraversava fino alla domanda essenziale: che senso ha il male del mondo? È la descrizione dell’esperienza vissuta fino in fondo e passata al vaglio di una identità”. Un viaggio, quello che compie il giovane Eugenio, per tornare a casa, ma anche viaggio dell’esistenza, tanto che “il diario rappresenta un unicum nel panorama letterario come diario di formazione”. “È un viaggio tra le cose concrete – aggiunge la studiosa – perché Corti ha ben presente, anche per l’educazione cristiana che ha ricevuto, che non si può scindere il naturale dal soprannaturale”. In conclusione Scaglione si sofferma sull’amicizia di Corti con don Giussani e con il popolo del Meeting: “Nel biglietto di auguri per i suoi ottant’anni, don Giussani saluta l’amico come un fiero difensore della verità”. Aggiunge infine un pensiero sulla stima di Corti per il popolo del Meeting, “origine della speranza per tutto il popolo d’Italia”. Segue un calorosissimo applauso.
Vanda Corti parla con gratitudine ed evidente emozione. “Eugenio è venuto al Meeting per la prima volta nel 1989 a presentare ‘Il cavallo rosso’; era stato applauditissimo e io camminavo vicino a lui e mi sentivo importante”. Continua raccontando come è stata la sua vita accanto a un uomo che faceva un lavoro molto duro e impegnativo, sempre attento a correggere e migliorare ciò che aveva scritto.

Monsignor Negri chiude l’incontro ritornando sul contenuto del diario: “È un racconto dell’orrore e del terrore, il racconto dell’inferno che può diventare la vita quando l’uomo progetta di eliminare Dio. Ma è anche un libro che ci richiama a non cedere le armi al nemico dell’uomo, il libro della certezza della fede”.
(G.L.)

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