Rimini, lunedì 20 agosto – La MeshAREA TALK Intesa San Paolo B1 gremita di pubblico, in gran parte giovane, ha accolto con interesse e attenzione il dialogo tra Giorgio Vittadini, Presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, e Stefano Barrese, Responsabile della Divisione Banca dei Territori di Intesa San Paolo. Tra le grandi prospettive di lavoro, la banca rimane una di quelle fondamentali, ma in un’ottica non più legata al classico “posto fisso”, inteso come un elemento destinato a non mutare più durante la propria carriera lavorativa, quanto ad un contesto che apre a differenti percorsi professionali soprattutto nel contesto di una grande struttura bancaria.
Vittadini ha esordito chiedendo se si debba guardare al breve piuttosto che al lungo periodo per costruire il mondo del lavoro, sia nei confronti dell’azienda sia della persona. Barrese ha quindi precisato che la vera forza di una azienda sta nel saper coniugare breve e lungo periodo, premettendo che il vero punto strategico è la definizione del piano, individuale e societario, definito il quale vi è poi il “giusto tempo” per tutte le cose, sia di breve che di lungo periodo.
“È importante per una azienda avere ben chiara qual è la strategia e successivamente, con pazienza, riuscire a scaricare questa strategia a favore di chi lavora all’interno della struttura e della collettività”, ha ribadito Barrese. L’aspetto chiave è individuare che cosa vi sia al centro dell’interesse dell’organizzazione: citando il contesto del Gruppo Intesa San Paolo, il relatore ha sottolineato la centralità della persona, intesa sia come risorsa interna, sia come soggetti esterni nei confronti dei quali si è intervenuti anche in momenti di crisi. Occorre, a suo dire, avere presente qual è il fine di una azienda: “Se il fine di una azienda è la persona allora è chiaro che è necessario perseguire il profitto per far sì che ci sia spazio per le persone dentro l’azienda e fuori dall’azienda. Se il fine è il profitto, le persone diventano solamente un mezzo”.
Vittadini ha quindi dato spazio ad alcune domande da parte dei giovani presenti all’incontro. Al timore che le tecnologie possano sostituire la figura umana anche all’interno del contesto bancario, Barresi ha replicato parlando di opportunità, dal momento che, se resta ferma la centralità della persona all’interno dell’organizzazione aziendale, la tecnologia aumenta e facilita la produttività. Si modificano le professioni, ma non necessariamente queste sono destinate a scomparire: ne è un esempio la “filiale virtuale”, punto di accesso per le giovani professionalità nel Gruppo Intesa San Paolo, che permette un contatto a distanza con il cliente, una costante interazione e una consulenza personalizzata, svolta attraverso l’uso di strumenti tecnologici innovativi. Non bisogna guardare all’innovazione con timore, ma coglierle come opportunità.
Anche il tema del credito, concesso a giovani imprenditori o professionisti, è stato oggetto di una domanda, che ha evidenziato i dubbi del limitarsi ai soli algoritmi legati al rating per decidere se concedere il prestito o meno: Barresi ha quindi precisato come la valutazione di una banca “fatta di persone in carne ed ossa” non si limiti ai numeri, ma si componga anche di dialogo diretto con l’imprenditore per analizzare sul posto sia l’azienda, sia le prospettive dell’azienda e le opportunità di evoluzione.
L’accesso al mondo del lavoro da parte dei giovani attraverso contratti misti che prevedano una parte a tempo indeterminato e una parte connessa alle modalità di lavoro autonomo: è questa, secondo Barresi, la via per creare nel giovane la consapevolezza della tutela e, allo stesso tempo, di gestione autonoma del suo tempo.
Le caratteristiche delle risorse che il Gruppo ricerca, sono state motivo di interesse dell’ultimo intervento da parte del pubblico presente. Con riferimento al Gruppo Intesa San Paolo, Barresi ha evidenziato come le professionalità ricercate riguardino ambiti differenti, dal risk management alla comunicazione interna ed esterna. Il fattore critico di successo, indipendentemente dai profili, resta comunque l’empatia, l’attenzione alle persone, e la capacità di “guardare il mondo da differenti punti di osservazione”.
Giorgio Vittadini ha quindi proposto all’interlocutore una riflessione in merito al percorso che le banche italiane si trovano ad affrontare nell’attuale contesto economico e sociale. Barresi ha nuovamente sottolineato l’importanza dell’impatto sociale che un gruppo aziendale può creare, attraverso una attenzione al credito, alla formazione prima e dopo l’ingresso di un giovane nel mondo del lavoro, al welfare per i dipendenti.
La sfida è l’apertura al “nuovo”, ma l’elemento chiave resta, così ha concluso Barresi, la fiducia. “Le persone si coinvolgono quando c’è fiducia nell’organizzazione e sul suo futuro”. E, in relazione anche al titolo del Meeting, egli individua cinque forze che, se guidiate nel modo giusto basandosi su quel “moltiplicatore che è la fiducia”, sono in grado di portare la felicità, legata al contesto professionale e aziendale, nel corso del tempo: generosità, libertà di esprimere le proprie capacità e potenzialità, integrità, lavoro ed infine la salute che un gruppo aziendale deve impegnarsi a tutelare nei confronti di tutti i collaboratori”.