I CROCIFISSI LIGNEI RIMINESI REDENTI DALLA SUA CARNE E DAL SUO SANGUE

Press Meeting

Un incontro relativo alla presentazione del titolo del volume fotografico, con immagini realizzate da Gilberto Urbinati, recentemente edito da Mario Guaraldi “un amico senza il quale il lavoro non avrebbe avuta realizzazione”, ha puntualizzato Rosanna Menghi, insegnante di lettere, nella sua presentazione di quest’ultima tappa di un articolato lavoro sulla storia della fede e dell’arte cristiana nel riminese. Un approfondito lavoro di studio e ricerca, che ha dato spesso esiti sorprendenti, è stato illustrato nella varie tappe del suo articolarsi dall’imprenditore grafico, nonché noto cultore di storia e tradizioni riminesi, Learco Guerra.
“La croce non fu il primo simbolo cristiano utilizzato nella storia – ha poi ricordato la docente – Essa si affermò in maniera significativa solo intorno al IV secolo, preceduta da altre raffigurazioni quali il pesce, il pane, l’ancora. I crocifissi lignei che sono presentati in questo volume sono una traccia certa della fede della nostra città, che li ha venerati in diversi luoghi e tempi, appunto redenti dalla sua carne e sangue. Senza la certezza della Resurrezione la croce non avrebbe senso, come ha voluto drammaticamente mostrarci il vecchio papa Giovanni Paolo II aggrappato alla croce”.
È stata infatti scelta e presentata come criterio e chiave di lettura del lavoro svolto l’immagine di Giovanni Paolo II durante la sua ultima via Crucis, mentre con le mani è aggrappato alla croce.
Un insieme di simboli che hanno preceduto nei primi secoli dell’era cristiana l’affermazione piena del simbolo della Croce, quando sotto le terribili persecuzioni era necessario celare la croce sotto altri segni, come monogrammi con le iniziali di Cristo in lettere greche, che costituivano pur tuttavia anche in ambito locale un vero codice di riconoscimento per i cristiani. Un territorio con una vita importante di fede e di martirio, di cui sono state trovate numerose testimonianze attraverso reperti come quelli ora conservati al Museo di Rimini, come una capsella d’argento ritrovata nel 1864 all’interno della chiesa (ora non più esistente) dei Santi Donato e Giustina contenente reliquie, ornata dei simboli dell’alfa e omega, o frammenti di una piccola croce longobarda ritrovata sul luogo dove sorgeva l’edificio che ricordava il martirio di San Gaudenzo, primo vescovo della città.
È quindi toccato a Stefano De Carolis, medico e storico della medicina, nonché responsabile del patrimonio storico dell’Azienda sanitaria locale offrire ai presenti vari esempi dei tredici crocifissi fotografati, come il crocifisso ligneo cinquecentesco della Chiesa della Colonnella, i quattrocenteschi crocifissi detti teutonici, perché collegati ad autori di area tedesca, della chiesa dell’antico ospedale di Santa Maria della Misericordia, il crocifisso itinerante della Confraternita di Santa Croce.
Infine Rosanna Menghi ha annunciato che domani mattina (22 agosto) con partenza alle 9.30 dalla chiesa di San Giovanni Battista, promosso insieme alla Commissione ecumenica diocesana, si svolgerà un pellegrinaggio, a cui ha aderito anche la comunità ortodossa, che visiterà le chiese di San Giovanni e San Nicolò.

(M.T.)
Rimini, 21 agosto 2012

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