“Ha imparato qualcosa da Berlusconi?” È stata questa l’ultima delle cinque provocazioni con le quali Renato Farina ha interrogato il senatore a vita Giulio Andreotti sul tema: “Ho imparato da tutti”. Nella fierezza del carattere, ha esordito il senatore, è ammirevole, ma quando Berlusconi continua a porsi dalla parte dei non politici, lui, che ha fondato un partito ed è presidente del consiglio, non è più credibile. Il noviziato, a questo punto, dovrebbe essere finito.Le battute di Andreotti ed i suoi ragionamenti – meglio sarebbe dire le sue confessioni – hanno tenuto desta la sala che, nonostante l’ora (erano le 15.00), è risultata insufficiente ad accogliere tutti coloro che volevano entrare. Ma Andreotti non si è fermato qui ed ha continuato, sostenendo che un altro punto poco credibile dell’attuale presidente è quello della lotta ai comunisti. La lotta contro i comunisti è una lotta che è finita e “continuare ad agitare tutto ciò non ha senso”, ha concluso Andreotti, sperando di convincere Berlusconi a capire che la politica è fatta di dialogo e tutti possono dare qualche illuminazione: “Ci vuole dialogo con l’opposizione. Dialogo e ‘confrontazione’ di tesi opposte”.Non è stato l’unico passaggio, questo, nel quale le confessioni di Andreotti hanno sfiorato l’attuale modo di governare. Quando Farina gli ha chiesto che cosa ha imparato dai papi che ha conosciuto, la risposta è stata del tutto singolare, perché il senatore ha raccontato ciò che ha appreso da De Gasperi e non da papi, come ad esempio Paolo VI, al quale Andreotti è stato sicuramente molto vicino. Tale ‘uscita per la tangente’ è stata così netta che un giovane, intervenuto in coda all’incontro, quando Andreotti si è prestato a rispondere alle domande libere provenienti dal pubblico, non ha potuto fare a meno di notarlo. Così Andreotti ha sintetizzato in tre punti gli insegnamenti che ha ricevuto da De Gasperi.Primo insegnamento: prima di tutto occorre onorare le scelte politiche che si fanno con una conseguente vita personale. Occorre coerenza nella vita pubblica. Cosa non da poco! Secondo insegnamento: il politico deve promettere sempre “un po’ meno di quello che è sicuro di poter mantenere”. Ancora una volta il confronto con la realtà di governo attuale è risultato più che evidente. Terzo insegnamento: la ‘determinanza’ e l’importanza della politica estera per lo sviluppo della politica interna.Infine, il senatore Andreotti, con dovizia di esempi che hanno suscitato il caloroso gradimento degli ascoltatori, ha confessato un atteggiamento di fondo che si è sentito di consigliare a tutti. Nella vita di ciascuno, ha detto, ci sono occasioni prevedibili ed occasioni imprevedibili. In ogni caso, “bisogna avere pazienza, perché le cose poi si sistemano”. Ha quindi ricordato la propria delusione quando è stato rifiutato per insufficienza toracica in sede di leva militare; nonostante tale rifiuto è poi diventato ministro della difesa! Ancora, all’università il senatore ebbe il risultato più basso della sua carriera di studente in scienza delle finanze: ottenne un 18 che comunque non gli impedì di divenire poi ministro delle finanze!Imparare dalla famiglia come da De Gasperi, imparare da un certo clero romano, quando era ragazzo, come dal Meeting e da CL… Nella vita si impara sempre. Attraverso le domande di Renato Farina, vicedirettore di Libero, Andreotti ha ‘squadernato’, con lo stile e la vivacità a tutti noti, le risposte al tema assegnato. E non ha dimenticato di sottolineare una indicazione educativa importante: “L’imparare non esula dall’attitudine e dall’interesse ad ascoltare”. Oggi i progressi e le novità sono così rapidi che non c’è quasi più lo stupore. “Abituati a tutto, non sappiamo più stupirci di nulla”. È dietro a questi passaggi e in risposta alle provocazioni successive che Andreotti ha fatto le riflessioni di cui abbiamo dato conto all’inizio.E.P.
Rimini, 25 agosto 2003