Nella collana Spirto Gentil, ha un posto di rilievo lo Stabat Mater di Antonin Dvoràk, opera illustrata al Meeting di Rimini in Sala Neri per un momento di “Guida all’ascolto” curato da Enrico Raggi.
Don Giussani sottolineava come come la Morte di Cristo non permanesse nello Stabat di Dvoràk come tema opprimente, traducendosi invece in “festa”.
L’opera venne composta dal musicista ceco nel 1876, a ridosso della morte di due dei suoi figli. La prima esecuzione avvenne invece anni dopo, nel 1884. Composto per grande orchestra, coro e quattro solisti, presenta un impianto armonico grandioso, secondo le tendenze del tempo.
Dvoràk, molto legato alle tradizioni della sua terra, fu sempre mosso da grande curiosità e stupore per la bellezza della musica, anche di varie provenienze. Per la sua sensibilità , dovette subire anche giudizi di ingenuità dalla critica del suo tempo, influenzata peraltro dal dominante fenomeno wagneriano. Rimase tuttavia sempre fedele a se stesso, come dimostra anche nello Stabat che l’edizione di Spirto Gentil ripropone.
La commozione e il dolore dell’inizio nel primo movimento, che evoca la Croce con Maria ai suoi piedi, non dominano a lungo, aprendosi in letizia e abbandono.
Dolcezza e letizia si affermano sempre più nei movimenti seguenti, fino al Gloria di finale ricapitolazione.
L’Amen conclusivo, come di vittoria, è un anticipo della Resurrezione.
Sottolineature di vari passsaggi della partitura da parte di Raggi hanno favorito l’apprezzamento della composizione da parte del numeroso pubblico intervenuto. .
M.B.
Rimini, 23 agosto 2007