Giovani, formazione e lavoro

Press Meeting

La formazione professionale deve essere organizzata in modo appropriato per rispondere alle necessità dei giovani in cerca di lavoro. Il focus “Giovani, formazione e lavoro” organizzato oggi alle 15 nella sala Tiglio A6 è stato l’approfondimento del convegno del mattino: “Creare occupazione: quali garanzie?”, in cui è intervenuto anche il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti. Introduce i quattro relatori il vicepresidente della Compagnia delle Opere Massimo Ferlini: a tutti chiede un parere sul rapporto dei giovani con il lavoro: “Come le vostre imprese contribuiscono effettivamente a creare occupazione?”
Il presidente e amministratore delegato di Poliform spa Giovanni Anzani ha riferito che “è necessario riattivare quella cultura di impresa, grazie a cui i saperi dei vecchi maestri vengano tramandati alle nuove generazioni”. Oggi viene a mancare questa trasmissione di esperienze. Per rispondere a tale esigenza Federlegno organizza corsi di apprendistato, al fine di inserire giovani nelle imprese artigiane. Un altro esempio è l’istituzione di corsi di istituti tecnici superiori per il conseguimento dei diplomi tecnici.
Per Stefano Colli-Lanzi, amministratore delegato di Gi Group e vicepresidente di Assolavoro, “è fondamentale sviluppare politiche attive facendosi carico della persona che deve essere orientata, formata e supportata per essere avviata al lavoro”. “Oggi – ha proseguito Colli-Lanzi – vi sono una serie di fattori oggettivi, quali la crisi economica, la riforma delle pensioni, la rigidità delle norme sull’apprendistato, la complessità del mercato del lavoro, che ostacolano o comunque ritardano l’inserimento dei giovani nella professione”. Per sbloccare questo meccanismo – ha sottolineato l’ad di Gi Group – la regione Lombardia ha attivato il progetto DATI “Garanzia giovani”, che ha come principi fondamentali il finanziamento della persona, il pagamento all’operatore solo a conclusione di risultati, basandosi su un concetto di premialità, e una competizione equilibrata fra pubblico e privato.
Il direttore Corporate affairs del gruppo Nestlé Manuela Kron ha attivato in Italia, come nel resto dell’Europa, un programma di assunzione triennale di ventimila giovani, tra i diciotto e i ventinove anni, di cui 1100 nel nostro paese. Inoltre ha incentivato l’ingresso alla professione di studenti degli istituti tecnici attraverso il progetto “maestro di mestiere”. “Nei sedici stabilimenti della multinazionale presenti in Italia i giovani possono vedere come si lavora e imparano le tecniche del mestiere. Questa esperienza è molto motivante anche per i dipendenti stessi, e porta benefici alla produzione nel suo complesso”.
L’esperienza della Piazza dei Mestieri di Torino è stata raccontata da Dario Odifreddi, presidente dell’associazione Consorzio scuole lavoro. Partendo dalla convinzione che “la formazione professionale è un formidabile volano per l’occupazione”, ha accettato la sfida di creare efficaci sistemi di formazione operativi su tutto il territorio nazionale. Per Odifreddi in quelle regioni dove i corsi di qualificazione vengono tenuti in modo appropriato, si registra una netta diminuzione della dispersione scolastica: “Oggi i giovani avviati a progetti formativi sono 280mila, ma potrebbero essere almeno il doppio se gli strumenti e l’operatività del programma ‘Garanzia Italia’ venissero estesi a tutte le regioni”.
L’attivazione di politiche attive, che consentono opportunità e scelta libera da parte di tutti i giovani per il loro futuro è il terreno di lavoro su cui il governo si confronta e si confronterà con regioni, istituzioni, rappresentanze nel mondo delle imprese e della scuola, associazioni, cittadini. “Oggi stiamo costruendo la macchina organizzativa dei prossimi anni – ha concluso il ministro Poletti – e dobbiamo farlo bene per essere competitivi in Europa. L’obiettivo è uniformare strutture e strumenti di formazione e avviamento al lavoro in tutte le regioni, anche per quelle del Sud sprovviste di tali servizi”.
(C.S.,G.G.)

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