Rimini, 23 agosto 2015 – “Siamo nel futuro 3.0: un domani positivo si fonda sulla realtà dei fatti”. Con queste parole Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, introduce alle 13.45 nello stand Federlegno Arredo (Pad. C1) l’incontro “Giovani 3.0: aspettative e speranze protagoniste del futuro”, realizzato in collaborazione con FederlegnoArredo. Partecipano Elena Marta, docente dell’Istituto Toniolo dell’Università Cattolica di Milano, Andrea Bazzichetto, amministratore delegato di Henry Glass; Paolo Pastorino, amministratore delegato di Deltacalor e il titolare di Gran Tour srl Gerardo Iamunno.
La dottoressa Marta prende la parola per prima e comincia ad illustrare un recente rapporto sui giovani dell’Istituto Toniolo, che raccoglie campioni rappresentativi e che ha svelato conclusioni inaspettate. “Saper costruire la propria identità significa pensare al futuro”, spiega la docente e auspica un confronto tra i giovani e le generazioni adulte sottolineando la necessità per i giovani di confrontarsi sul senso delle relazioni e della comunità. “Il lavoro implica responsabilità – ha affermato la docente – e l’autorealizzazione è fondamentale per l’uomo, perché il lavoro consente di avere le risorse per costruirsi una famiglia”.
Poi Marta passa ad analizzare il fenomeno dei Neet, i giovani che hanno più difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro; ragazzi con bassa autostima, ma su cui si può lavorare. “Non sono giovani senza risorse, ma più vulnerabili di altri”. La psicologa è convinta che l’orientamento scolastico sia un momento importante per i ragazzi. Tutto sta nel valorizzare risorse e talenti, prendersi cura dei ragazzi e valorizzarne le competenze. “La fascia di età tra i 19 e i 29 anni – ha aggiunto – preferisce il settore pubblico, perché percepito come contesto che dà maggior sicurezza. In questo momento di incertezza poi il lavoro manuale è scelto dai giovani perché stimola la creatività: il pasticciere, il postino, il falegname sono mestieri tornati in auge”. La dottoressa Marta conclude il suo intervento, proponendo un quadro inaspettato e invitando ad avere fiducia in questa generazione: “I ragazzi sono consapevoli e critici e vogliono raggiungere i loro obiettivi in un modo diverso dalla generazione precedente”.
Bazzichetto esordisce con alcuni cenni storici sull’azienda che gestisce. La Henry Glass realizza e produce porte di vetro. “Se i giovani ci mettono l’impegno, i loro sogni possono realizzarsi”, è il suo consiglio. L’imprenditore aggiunge: “L’entusiasmo non deve mancare negli imprenditori e nei giovani, soprattutto in un periodo di crisi come questo che stiamo vivendo”.
Nel suo intervento, anche Pastorino racconta la sua esperienza cominciata prima da giovane militare, poi come lavoratore dipendente e in ultimo da titolare. “Oggi il diavolo si chiama paura” ammonisce il giovane imprenditore. E rivolgendosi ai giovani presenti in sala: “Il consiglio che posso darvi è cercare di fare quello che vi piace, un lavoro che vi realizzi come persone, che non sia solo lo stipendio. Al primo posto c’è la ricerca di voi stessi e la vostra realizzazione”.
Iamunno tiene a sottolineare che, a differenza di alcuni suoi colleghi, non ha ereditato l’azienda di famiglia. Suo padre era un semplice vetraio. “La mia fortuna cominciò quando indovinai un prodotto, un lavatoio, che brevettai e da lì è decollato il mio percorso professionale, mentre l’azienda cresceva”. Nel frattempo l’imprenditore ha creato anche una startup e si ritiene soddisfatto di aver raggiunto l’obiettivo che si era prefissato di diventare imprenditore. Concludendo la riflessione, ai giovani raccomanda di cercare da subito un lavoro che dia passione e speranza. “Cosa traiamo da quest’incontro?” si domanda alla fine Vittadini. Citando gli esiti dello studio dell’Istituto Toniolo, “dipende da noi non considerarci l’esito delle statistiche. Noi siamo quello che siamo in grado di costruirci, abbiamo le risorse per costruire prodotti che possono essere utili a qualcuno”.
(D.P.)