GIOCO: RESPONSABILITÀ E COMUNICAZIONE I PRIMI RISULTATI DI UNA RICERCA

Press Meeting

“Il punto principale è la scommessa educativa. Non bisogna aver paura di educare comunicando”. Con queste parole Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera dei Deputati, rivolge il suo saluto inaugurale a tutti i partecipanti dell’incontro delle 19 in sala Mimosa. “Il fatto che vi siate messi in discussione sul tema della responsabilità nel gioco – continua Lupi – valorizza la vostra capacità di imprenditori. L’imprenditore, infatti, raggiunge il proprio obiettivo tenendo conto del bene della società”. Sergio Luciano, giornalista, introduce poi i relatori sottolineando la novità della ricerca da loro affrontata che si propone di raccontare cos’è il gioco e come si conciliano trasparenza e responsabilità con l’aspetto puramente ludico.
“Credo che sia la prima volta che al Meeting si parla di gioco – esordisce Giovanni Emilio Maggi, direttore delle relazioni istituzionali di Sisal e presidente di Acadi – è una piccola scommessa. Il problema che ci troviamo ad affrontare è quello di presentare nella società il nostro lavoro. Ci sentiamo investiti da una responsabilità sociale, per questo motivo è maturata la scelta di commissionare questa ricerca”. Il lavoro avviato l’anno scorso ha una durata triennale e si avvale della collaborazione della Fondazione per la Sussidiarietà e del centro di ricerca Modacult.
“Quando pensiamo al senso della nostra esistenza siamo tentati di ritenere che la nostra origine e la nostra destinazione siano in balia della sorte – sottolinea Giancarlo Rovati, ordinario di Sociologia all’Università Cattolica di Milano, riprendendo il tema del Meeting – c’è un forte nesso tra il tema del gioco e quello della sorte. Bisogna che il nostro cuore non risieda nella sorte e nell’incertezza”. Per questo motivo il lavoro di ricerca, sottolinea Rovati, si propone di mostrare “la multidimensionalità del gioco-scommessa, spesso trascurata a favore di una rappresentazione stereotipata incentrata sui comportamenti problematici e sulle patologie”. La realtà invece è positiva e, come sottolinea Lupi, bisogna partire da questa positività.
La ricerca è stata condotta utilizzando metodi tradizionali come focus group e strumenti innovativi quali il blog con l’obiettivo di individuare le molteplici sfaccettature del gioco-scommessa nella percezione dei giovani. “La prima fase della rivelazione ha permesso di evidenziare un ampio spettro di significati che i giovani attribuiscono al gioco scommessa”, afferma Marco Pedroni, sociologo dell’Università Cattolica e del Centro di ricerca Modacult. “Non esiste un profilo unico del giovane giocatore, ma una pluralità di atteggiamenti definiti dalla frequenza delle pratiche ludiche e dei significati positivi e negativi attribuiti al gioco”. Un aspetto emerso è l’ambivalenza attribuita dai giovani al gioco, visto come una combinazione di abilità e sorte.
Ben 700 le campagne pubblicitarie analizzate per evidenziare le modalità con cui le varie società presentano ai fruitori il tema del gioco, in particolare quelle dei gruppi Sisal, Lottomatica e Accadi. “Dal blog emerge che i giovani chiedono che lo stato si impegni per il benessere dei cittadini” aggiunge Pedroni, “e che gli operatori revochino gli spot ingannevoli, abbandonando i facili slogan. È necessario un approccio più incisivo e attrattivo”

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