Frankie Gavin e i de Dannan: la Festa finale del Meeting 2014

Press Meeting

È il columnist dell’Irish Times John Waters ad aprire la festa finale del Meeting 2014. Alle 21.45 in Auditorium Intesa Sanpaolo D5, sono di scena i De Dannan, gruppo irlandese con Frankie Gavin, figura quasi mitica, tra i fondatori della band, e Michelle Lally, voce, la fisarmonica virtuosistica di Barry Brady dei Co. Roscommon, più Paul O’Drisceoil da Kinvara al contrabbasso e Colm O’Caoimh da Killenny alla chitarra.
Waters sa come si conquista il pubblico. “Un irlandese muore – è il suo esordio – e in cielo trova Frankie Gavin che suona. Rimane stupitissimo, perché a quanto gli consta Gavin è ancora vivo, eppure quello lì davanti a lui suona il violino proprio come Gavin, è inconfondibile… Chiede lumi, e gli rispondono: ma no, quello è Dio che sta cercando di imitare Frankie”. Una barzelletta che la dice lunga sulle qualità tecniche del carismatico musicista irlandese e sulla considerazione di cui gode in patria e non solo.
Il giornalista poi passa al dunque, per spiegare che “la musica irlandese viene dall’anima, ha fatto il mondo e la storia. Sono in molti a pensare che questa musica è un flusso che si espande ovunque”. Si suona quel che si sente, spiega Waters, trasmettendo una coscienza e una consapevolezza in modo ben più efficace che con le parole, utilizzando tutto lo spazio che aprono le contraddizioni della vita: luce e buio, amore e dolore, ritmi lenti e veloci, da ascoltare piuttosto che da ballare. Ma in fondo è tutta la grande musica, Waters lo riconosce tranquillamente, ad avere questo dualismo.
Le melodie irlandesi però possiedono un contrassegno che le rende uniche. “Sono musica dell’anima, trasmettono sempre un senso di mancanza, anche nella gioia. E poi sono sempre composte da una comunità, mai da singoli”. Inglobate in altre tradizioni ed altri continenti, “riescono sempre a tornare in Irlanda come una musica nuova”. E d’altra parte parliamo di un paese “dove tutti cantavano e suonavano qualsiasi cosa”.
Frankie Gavin ne è l’esempio più chiaro. A sette anni fa la sua prima apparizione televisiva, a 15 anni vince i campionati di fiddle (violino) e di tin whistle (flauto irlandese), è un innovatore nella tradizione che non teme di contaminare il sound irlandese con i Beatles, i Queen o Johann Sebastian Bach. Sempre con una grinta, una carica e una voglia di suonare che anche questa sera ha fatto letteralmente impazzire il pubblico del Meeting. Nonostante si fosse in una sala con le sedie ordinatamente disposte e non in un’arena, nessuno ha potuto fermare i ragazzi che si scatenavano in balli e serpentoni sotto il palco, tranquillizzandosi solo durante le ballads affidate alla voce di Michelle Lally.
(E.A., A.C.)

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