Non sono bastati i centinaia di posti a sedere della Sala Illumia C3 per accogliere le persone pronte a seguire “L’avventura di Pinocchio”, la rilettura del libro di Collodi presentata nella terza serata del Meeting da Franco Nembrini, grazie alla collaborazione di “ConLegno”, “FederlegnoArredo”, “Rilegno”. Sono così entrati in azione anche i megaschermi nell’area piscine collocata tra i padiglioni A e C della Fiera, per dare a un pubblico assolutamente transgenerazionale, di bambini, adulti, genitori e nonni, la possibilità di applaudire a scena aperta un testo che offre piani di lettura e contenuti assolutamente universali.
Come ricorda Nembrini, educatore, insegnante, scrittore e da qualche anno anche uomo di teatro e narrazione, “Pinocchio” è il libro più letto dopo la Bibbia, proprio perché offre una straordinaria parabola della condizione umana. Secondo Nembrini, Pinocchio è ognuno di noi, nel burattino trovano posto desideri, sentimenti, difetti e pregi della nostra umanità.
Nembrini rilegge, o meglio legge in modo diverso dal passato, l’avventura del celebre burattino, mostrando come essa quella di ognuno di noi. È la storia del desiderio invincibile del cuore di ritornare a casa. La rappresentazione affronta, così, tutto il valore metaforico della fiaba, spiegandola e sottolineandone i significati capitolo dopo capitolo del volume. Ed è la voce di Nembrini, la sua tonalità e la sua inflessione a coinvolgere la platea nella scoperta del senso profondo del reale, contenuto in un testo da interpretare riga dopo riga, episodio dopo episodio. Elementi che fanno «avvertire a uomini di tutti i paesi un messaggio universale». Pinocchio racconta la vita e la sua difficoltà: la paternità, fuga da casa, la ricerca dolorosa della libertà. Soprattutto, l’incontro con la possibilità di salvezza, così come è storicamente espressa nella tradizione cristiana. Nembrini avvicina i personaggi del libro alle figure del Vangelo, facendo diventare il libro di Collodi un percorso che invita ogni persona alla conversione, alla scoperta di un bene più grande e più alto.
“Pinocchio” è la storia di un burattino che volle farsi uomo, e Nembrini ce la racconta su un palcoscenico povero, segnato da una scenografia essenziale, dominata da un grande ceppo, che ci ricorda il legno storto del nostro essere umani. In scena c’è il nostro desiderio di salvezza, la ricerca di misericordia e perdono, la fatica di educare a essere liberi. Pinocchio è ognuno noi.