Rimini, 19 agosto – Due uomini lontanissimi, separati sotto ogni punto di vista, da una distanza apparentemente incolmabile: contemporaneamente religiosa, culturale, etnica. Oggi, a partire da queste premesse, sembrerebbe impossibile costruire qualcosa. Eppure, proprio guardando alla loro esperienza il Meeting si interroga sul significato profondo delle parole “dialogo” e “pace”.
È la storia alla radice dello spettacolo Francesco e il Sultano. Ainalsharaa – “Il Pozzo dei Poeti”, in programma martedì 20 agosto e mercoledì 21 agosto alle 21.45 nell’Arena Percorsi A2.
1219: nel pieno di una guerra tra l’Occidente e l’Islam, Francesco d’Assisi si presenta a Damietta, sul delta del Nilo, al cospetto del Sultano d’Egitto e Siria Malik al Kamil, uno dei più influenti capi dell’Islam. Non ha in mente strategie per risolvere il conflitto né cerca vie di compromesso “al ribasso”: si presenta come semplice cristiano e viene accolto come ambasciatore di pace. Questo episodio di ottocento anni fa, narrato da poche fonti dell’epoca, è stato oggetto di innumerevoli commenti nel corso dei secoli.
Lo spettacolo indaga questo avvenimento dall’esito misterioso, tentando di coglierne il segreto: che cosa convinse il Sultano? Che cosa lo conquistò nella figura di Francesco? E in che cosa quest’ultimo trovò il coraggio, la forza, la semplicità di compiere questo gesto? Attraverso parole, musica e canto, Francesco e il Sultano esplora ciò che questo fatto di ottocento anni fa può dire al presente. Per capire che cosa c’è all’origine della possibilità della pace e da quale posizione umana può essere costruita.
Sullo sfondo della narrazione principale, dialogheranno le voci di Mirna Kassis e Valeria Khadija Collina, siriana, cristiana di Damasco la prima e italiana convertita all’Islam la seconda, cui si intreccerà la musica di Fabio Mina.
La storia dell’incontro tra questi due uomini lancia una sfida che noi, nel nostro presente, non possiamo non intercettare e non sentire come decisiva: è possibile incontrare l’altro senza rinunciare a nulla della propria identità? Di più: se proprio il vivere a fondo la propria appartenenza – sia essa religiosa, culturale, etnica – se proprio essere se stessi fosse l’unica condizione possibile per costruire davvero insieme?
In questo nostro tempo così facile al conflitto, in cui le possibilità sembrano essere solo quelle del muro contro muro o dell’annullamento di sé in nome di un malinteso concetto di “incontro”, la storia di questi due uomini mostra che è possibile una via diversa. Proprio andando a fondo della loro rispettiva fede, trovano il terreno comune su cui costruire: il desiderio di pace, di bene, di costruzione che li costituisce entrambi.
Regia di Otello Cenci. Testo di Giampiero Pizzol e Otello Cenci. Con Mirna Kassis, Valeria Khadija Collina e Fabio Mina. Illustrazioni Alice Tamburini. Visual designer Joseph Nenci. In collaborazione con Museo Interreligioso di Bertinoro, Percorsi Francescani, Coreis e con il patrocinio di Custodia Terrae Sanctae.
(T.G.)
Responsabile Comunicazione Eugenio Andreatta tel. 329 9540695 eugenio.andreatta@meetingrimini.org