La sfida dell’educazione come sfida alla nostra responsabilità di donne e uomini che si mettono in gioco nel mondo della formazione
Rimini, 18 agosto – L’incontro, introdotto da Dario Odifreddi, presidente Fondazione Piazza dei Mestieri, si è svolto nell’Arena Sussidiarietà & Lavoro B1, presso il padiglione che racconta, all’interno del Meeting, esperienze di formazione professionale. Il relatore ha presentato la tematica come una delle sfide fondamentali per il paese. La situazione è difficile, ma la fiducia sul palco non è venuta a mancare, poiché è vero che «bisogna partire, ma comunque si è già partiti». Ad avvalorare questa fiducia i numerosi interventi di ragazzi che hanno frequentato una scuola professionale e, giovanissimi, si trovano già catapultati nel mondo del lavoro. Sono intervenuti John Farombi per Aslam, Greta Melfi per In-Presa, Roberto Tacconi per ELIS, Dennis Rizzo per Piazza dei Mestieri, Beatrice Bottarel per Dieffe, Antonio Musciagli per Cometa, Elia Camossi per Fondazione Minoprio e Roberto Sanseverino, fondatore di IeFP.
In tutte le testimonianze un denominatore comune: l’educazione. Un’educazione non solo didattica, però, ma che si pone, in una prospettiva più ampia, come sfida all’essere umano grazie alla sua capacità di trasformare la realtà. Nei percorsi di formazione professionale presentati durante l’incontro è emersa soprattutto la possibilità per gli allievi di imparare un mestiere, ma non solo. All’interno di queste realtà i ragazzi hanno ricevuto un aiuto concreto allo studio e un accompagnamento da parte di tutor e docenti durante tutto l’iter di inserimento nel mondo del lavoro. «La formazione che mi ha dato è quello che sono diventata» ha detto Greta un po’ emozionata. L’aiuto inoltre non è stato dato solo dal punto di vista professionale ma anche, e soprattutto, da quello umano. La gratitudine degli studenti verso i docenti è emersa a più riprese durante l’incontro.
È importante altresì ricordare, come ha fatto Odifreddi, che «senza luoghi non si può costruire». Per gli allievi di queste scuole, molti dei quali con un passato difficile alle spalle, è stato importante sapere che esiste un luogo per ognuno di loro dove «è sempre possibile che ci sia qualcuno che sia disposto a fare un pezzo di strada insieme». Molti di questi centri di formazione professionale hanno offerto a questi ragazzi anche una occasione di incontro, aggregazione e dialogo. Antonio, della scuola Cometa, ha ricordato: «In quei cinque anni sapevo di non essere mai stato solo», a testimonianza del fatto che nel mondo della formazione «tutto inizia da un rapporto in cui è in gioco la mia e la tua libertà».
(C.B.)
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