Federico Mecozzi in concerto

Redazione Web

Rimini, 22 agosto 2021Federico Mecozzi in concerto il 22 agosto alle 21.30 all’Arena Spettacoli SGR in Piazza Tre Martiri per la XLII edizione del Meeting, con il  sostegno di Regione Emilia-Romagna, Comune di Rimini, Intesa Sanpaolo, SGR.

Il giovane violinista e polistrumentista, compositore e arrangiatore riminese vanta già una lunga e variegata esperienza, anche come collaboratore di Ludovico Einaudi, che tuttora affianca in lunghe tournée nei più prestigiosi teatri e arene del mondo. Il 2019 è stato il suo anno ‘d’oro’, che ha visto l’uscita del suo primo album da solista “Awakening”, “risveglio” di un linguaggio musicale che intreccia sonorità pop, etniche, classiche ed elettroniche. «Durante il lockdown», sottolinea l’artista, «mi sono messo a produrre tanto materiale che andrà a formare il secondo album che dovrebbe uscire nel 2022».

È stato poi direttore d’orchestra al Festival di Sanremo di Enrico Nigiotti (e così nel 2021 del duo musicale Dellai). E infine il prestigioso riconoscimento di vedere eseguite sul palco degli Oscar le colonne sonore da lui composte ed interpretate insieme a Einaudi per i film “Nomadland” e “The Father”. Nel dicembre 2020 è salito sul tetto del grattacielo di Rimini per registrare con il suo violino, in un video ricco di emozione, “L’inno alla gioia” di Beethoven come saluto di fine anno alla città.

«Comporre colonne sonore», spiega, «è per me qualcosa di bellissimo e di diverso: partendo dall’esperienza di spettatore mettere a fuoco con la musica un certo impatto emotivo, che sublima le emozioni di una storia. È Il potere della musica, scuotere, far vibrare. Mi dà grande soddisfazione vedere realizzata questa connessione tra musica e cinema».

E dell’emozione di eseguire l’ “Inno alla gioia” sul tetto del grattacielo, dice: «È stato meraviglioso poter mettere mano un brano quasi ‘intoccabile’. Ero titubante, ma credo che la musica debba essere di tutti e che si debba avere il coraggio di farla propria. L’idea di girare questo video nel punto più alto della città voleva suggerire uno slancio, dare un’immagine di luce dopo il buio del 2020. È staro faticoso a causa del freddo, ma vertiginoso, adrenalinico pensare che quelle musiche si diffondevano nel cielo di Rimini».

Dal 16 luglio è disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme digitali “Roundelay” (Warner Music Italy), il nuovo singolo di Mecozzi prodotto da Cristian Bonato, con il video realizzato nelle Valli di Comacchio. Musica del mondo, che trova ispirazione anche nel folk celtico.

Cosa significa evocare, suggerire emozioni, atmosfere suggerite, date dalla visione di un ambiente, di un paesaggio? «L’ispirazione è sempre molto dettata dall’ambiente che ci circonda, quanto dalla nostra dimensione interiore. Penso di aver tratto molti stimoli dal fatto di viaggiare tanto, che mi tocca corde dentro che si traducono poi musicalmente. Sono appena tornato dalla Puglia dopo la lunga tournée estiva con Ludovico Einaudi, con concerti che si sono tenuti anche in scenari di assoluta bellezza naturalistica, che facevano incontrare il più possibile la musica e la natura».

«Occorre sentire il dovere di tramettere agli altri la naturale propensione alla bellezza rappresentata dalla musica», dice il musicista. «L’arte è sempre una ricerca continua di affinamento, di bellezza, di espressione ed eleganza. I Paesi che oggi sono più attenti alla musica sono quelli dell’Estremo Oriente, dove ci sono tante orchestre giovanili, di bambini, di ragazzi, così come in Venezuela con quanto di straordinario ha fatto il ministro Abreu perché si insegnasse a far musica anche nei quartieri più poveri, come per attuare una forma di riscatto sociale. In Italia da questo punto di vista abbiamo molto terreno da dissodare, specie nelle scuole, mentre sono vigenti leggi assurde come quella che parifica l’ingresso ai Conservatori a quello ai corsi universitari. Un errore grandissimo, poiché si deve inziare a far musica dalla prima infanzia. Suonare uno strumento significa lavorare per un futuro migliore».

A proposito della capacità della musica di andare oltre le barriere politiche e ideologiche, Mecozzi ricorda l’importante esempio rappresentato dall’iniziativa di Daniel Barenboim, che ha creato un’orchestra formata da israeliani e palestinesi, «che in nome della musica si siedono davanti a un leggio e condividono la stessa bellezza.
È la ricerca continua delle espressività, della bellezza, dell’armonia, che unisce e fa “accordare” le persone. La musica è l’unico grande linguaggio universale. Ascoltare e fare musica è una lezione di socialità e aiuta la comprensione tra i popoli. Diventa strumento di amicizia e collaborazione, lavorando insieme».

Sul profondo rapporto che unisce la spiritualità alla musica Mecozzi, infine, afferma: «È chiaro che la più straordinaria fonte di creatività musicale viene da Dio. Il violino non fa eccezione. Le più belle composizioni di Giuseppe Verdi sono i Requiem, come di Schubert, Mozart e Bach sono le Messe. La musica di questi geni era intrisa di una fede che oggi non c’è più. La musica è ricerca dell’assoluto, un tuffo nell’eternità, una porta d’accesso al trascendente. Attraverso la musica l’uomo cerca liberarsi dalle scorie della materia e accedere a un’altra forma di esperienza, non materiale».

(M.T.)

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