Presieduta da Luciano Onder, medico, giornalista e conduttore televisivo, si è svolto, col patrocinio dell’AIF (Agenzia Italiana per il Farmaco), la conversazione su “Il farmaco tra etica e mercato” che ha visto protagonisti anche Silvio Garattini, Direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, Sergio Dompè, presidente della Farmindustria, e Nello Martini, direttore generale AIFA.
Molte le domande che Onder ha posto, ad introduzione, ai relatori. Ad esempio “Perché spendiamo troppo in farmaci? Bastano a spiegarlo l’aumento della vita media e l’aumento di prezzo dei farmaci”? “Perché gli effetti collaterali si scoprono sempre dopo”? “È possibile una sperimentazione indipendente dalle aziende farmaceutiche”? È possibile mantenere in vita farmaci che costano poco”?
Alla maggior parte delle domande poste Garattini ha risposto con una precisa e puntuale disamina della situazione attuale dal punto di vista scientifico, istituzionale e di ricerca, in base agli oltre sette anni di lavoro nell’agenzia europea EMEA, ed ha formulato altrettanto precise proposte: spostare il riferimento istituzionale dell’EMEA dall’area Industria a quella della Salute pubblica, dimostrare il valore aggiunto dei nuovi farmaci, centralizzare la farmacovigilanza, abolire la secretazione dei dossier e dissociare la responsabilità tra chi autorizza la commercializzazione di un farmaco e chi la revoca. Ha terminato il suo intervento affermando che “non si può delegare tutto il dossier all’industria” ma occorre che gli studi conclusivi siano indipendenti.
Dompè in risposta alla provocazione di Onder se possa “sopravvivere l’etica a fronte del guadagno”, affermando che il nostro Servizio Sanitario Nazionale è “per quantità e accessibilità, il primo nel mondo” e che “dobbiamo difenderlo con le unghie e coi denti”, ha portato ragioni sociali ed economiche: l’80% della spesa è concentrata nell’ultimo 20% di vita dell’assistito, vi sono malattie la cui farmacologia è in sviluppo, con costi non prevedibili. Quanto alla ricerca, ha affermato che “fino a 15 anni fa avevamo il controllo della scienza farmacologica, che oggi è passato in mano americana” ed ha individuato nelle biotecnologie un possibile motore dello sviluppo farmaceutico italiano.
Martini, ricordando che nelle questioni farmaceutiche la capacità negoziale del cittadino è pressoché nulla, e che il mercato del farmaco in Italia è di quasi 20 miliardi di Euro (di cui quasi 15 a carico del SSN), ha rilevato che il cittadino italiano non sa quanto il SSN spende per i suoi farmaci, spesa che va dai circa 3.000 euro/anno per una terapia ipertensiva ai 40-60.000 euro /anno per un nuovo farmaco antitumorale. Perciò hanno grande rilevanza i programmi informativi che AIFA mette in atto.
Ha in conclusione preso atto dell’annuncio di Dompè di un afflusso finanziario da parte delle industrie farmaceutiche valutabile in 1,5 – miliardi di Euro, e ha annunciato la disponibilità degli strumenti finanziari attuativi, atteso che i progetti offrano adeguate garanzie a proposito della tipologia degli investimenti, dei luoghi, dei ricercatori e della richiesta di licenze italiane.