Rimini, 21 agosto – «Della crisi italiana non ho parlato con nessuno e non so nulla. Vi voglio bene ma non fatemi domande su questo tema…». Enrico Letta, presidente dell’Istituto Jacques Delors, ha gelato le attese dei giornalisti nella conferenza stampa di questo pomeriggio. Ha sorriso alla domanda su un futuro da commissario europeo e ha preferito ripetere quanto detto poco prima nella tavola rotonda: Italia ed Europa hanno bisogno l’una dell’altra e l’Europa senza un’Italia protagonista sarebbe certamente più debole. Letta ha poi ricordato il ruolo leader dell’Italia per la nascita dell’Europa. «Quando, nel 1954, ci fu la rottura fra Germania e Francia, la ripartenza del processo europeo si ebbe grazie all’impegno dell’Italia». Per il futuro del nostro continente, Letta ha detto di vedere due priorità: l’ambiente e l’affermazione di un umanesimo tecnologico, che protegga i diritti delle persone insidiati dai grandi progressi della tecnologia. «Da Rimini sono partiti questi grandi messaggi per una Europa creativa e libera dalla retorica» ha concluso l’ex presidente del Consiglio «e sono grato al Meeting per avere messo a tema certi argomenti».
Altrettanto riservato è stato monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i rapporti con gli Stati della Santa Sede, che si è limitato a denunciare i pericoli del sovranismo che, per sua natura, «tende a chiudersi e ad escludere quando, invece, il mondo ha bisogno di apertura, dialogo e collaborazione. Insistere sulla sovranità» ha concluso Gallagher «presenta qualche pericolo e per questo il Papa dice di fare attenzione».
Al professor Luigino Bruni, infine, il compito di presentare l’incontro che, il prossimo marzo, il Papa avrà ad Assisi con mille giovani economisti ed imprenditori, sotto i 35 anni, per ridare un’anima all’economia. Bruni ha detto che il Papa vuol ascoltare e parlare con i giovani perché, secondo lui, per cambiare l’economia c’è bisogno di un salto generazionale. Per chiedere di partecipare a all’evento “The Economy of Francesco” gli interessati, entro il 30 settembre, possono consultare il sito www.francescoeconomy.org
(D.B.)
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