Rimini, 23 agosto 2024 – Alle ore 17:00, nell’Auditorium isybank D3 della Fiera di Rimini, si è svolto un incontro di grande rilevanza e attualità dal titolo “Europa: fra crescita ed incertezze”. L’evento ha visto la partecipazione di Paolo Gentiloni, commissario europeo per l’Economia, e di Lorenza Violini, professoressa di Diritto costituzionale presso l’Università degli Studi di Milano. L’incontro è stato introdotto da Luca Farè della Fondazione per la Sussidiarietà, che ha posto l’accento sulla complessità del momento storico che l’Europa sta attraversando.
L’Europa di fronte alle crisi: risposte e sfide future
Luca Farè ha aperto il convegno sottolineando come il contesto europeo sia caratterizzato da numerose sfide, alcune delle quali sono emerse con forza negli ultimi anni, a seguito di eventi globali che hanno messo a dura prova l’Unione Europea. «L’Europa sta attraversando una delle fasi più delicate della sua storia, chiamata ad affrontare sfide che fino a qualche anno fa erano inimmaginabili», ha affermato Farè. Tra queste, ha citato il disordine geopolitico, le guerre, i conflitti commerciali e i cambiamenti climatici, che hanno causato significative perdite economiche. Non meno rilevanti sono le sfide demografiche, con un invecchiamento della popolazione che mette a rischio la sostenibilità del modello sociale europeo, e le crescenti disuguaglianze.
Paolo Gentiloni, riflettendo sul suo mandato come commissario europeo, ha descritto gli ultimi cinque anni come un periodo di “tempi interessanti”, segnato da quattro grandi crisi: la pandemia di Covid-19, l’invasione russa dell’Ucraina, la crisi energetica e il ritorno dell’inflazione. «Abbiamo avuto un’inflazione a due cifre; adesso tendiamo a dimenticarcene, ma è stata una cosa enorme per le famiglie e il loro potere d’acquisto», ha sottolineato Gentiloni, ricordando come l’Europa abbia risposto con forza a queste sfide, citando come esempio l’introduzione degli Eurobond, una misura che ha rappresentato un significativo passo avanti nell’integrazione economica europea. Tuttavia, ha anche evidenziato che, nonostante i risultati positivi, il mondo intorno a noi sta cambiando a un ritmo ancora più rapido, il che pone nuove pressioni sull’Unione per adattarsi e rispondere in modo adeguato.
Gentiloni ha poi evidenziato come l’unità mostrata dall’Europa in risposta all’invasione dell’Ucraina sia stata un segnale di forza, in netto contrasto con le divisioni che avevano caratterizzato la risposta europea alla crisi della Crimea nel 2014. «Se non avessimo avuto quelle difficoltà, forse non avremmo avuto l’invasione russa dell’Ucraina», ha osservato Gentiloni, sottolineando l’importanza di un’Europa coesa di fronte alle sfide esterne. Ha anche messo in guardia sul fatto che la capacità dell’Europa di prendere decisioni rapide e incisive potrebbe essere messa alla prova in un futuro non troppo lontano, specialmente se dovesse crescere ulteriormente il numero dei Paesi membri.
La necessità di una riforma istituzionale
La professoressa Lorenza Violini ha poi affrontato la questione dell’assetto istituzionale dell’Europa, sottolineando come l’Unione Europea, pur avendo raggiunto importanti risultati, debba fare i conti con una struttura istituzionale che necessita di riforme per poter rispondere efficacemente alle nuove sfide globali. «L’Europa “debole”, l’Europa che non è presente in Crimea, è un’Europa che è al contempo un esperimento di grande successo e anche un esperimento con molte crisi», ha affermato Violini, evidenziando come sia necessario rafforzare la capacità decisionale dell’Unione, superando l’attuale dipendenza dall’unanimità nelle decisioni più importanti. Questo problema, secondo Violini, è diventato ancora più evidente alla luce delle nuove sfide che l’Europa deve affrontare, dall’allargamento a nuovi membri alla necessità di rispondere in modo efficace a crisi globali come il cambiamento climatico e le minacce alla sicurezza.
Violini ha anche ricordato il Trattato di Lisbona, che ha rappresentato un passo avanti nella costruzione di un’Europa più coesa, ma ha sottolineato che «la strada sarà molto lunga» per raggiungere una maggiore integrazione politica. Tra le proposte emerse, la necessità di attribuire più poteri all’Unione, in particolare nelle aree della difesa e della sicurezza, e di rafforzare il coordinamento delle politiche fiscali tra gli Stati membri. Tuttavia, ha avvertito Violini, «la strada verso una federalizzazione dell’Europa è una strada molto complessa, molto difficile», suggerendo che il percorso più realistico potrebbe essere quello dei “piccoli passi”. Ha inoltre sottolineato che, nonostante la lentezza e le difficoltà, l’Europa ha dimostrato di poter crescere anche attraverso le crisi, utilizzandole come opportunità per rafforzarsi.
Un’Europa capace di attrarre e integrare nuovi membri
Paolo Gentiloni ha proseguito il dibattito affrontando la questione dell’allargamento dell’Unione Europea, un tema che diventerà sempre più centrale nei prossimi anni. «Quando vedo le bandiere europee a Tbilisi sventolare negli scontri con la polizia, io dico: eccola lì l’anima dell’Europa», ha affermato Gentiloni, evidenziando come l’Unione Europea debba essere capace di integrare nuovi Paesi, senza però compromettere la propria capacità di funzionamento. Ha ribadito la necessità di superare la regola dell’unanimità in molte aree decisionali, un cambiamento che diventerà imprescindibile se l’Europa si allargherà ulteriormente. Ha inoltre sottolineato che l’allargamento dell’Unione non è solo una questione di numeri, ma anche di valori, e che l’Europa deve essere pronta a difendere i suoi principi fondamentali anche nei nuovi Stati membri.
Gentiloni ha anche sottolineato l’importanza di dotare l’Unione di risorse adeguate per far fronte a queste nuove sfide. «Se diventiamo 35, assomiglieremo all’Unione Europea o alle Nazioni Unite?» ha chiesto provocatoriamente, suggerendo che l’Europa deve dotarsi di strumenti finanziari più robusti, come un tesoro unico, per poter sostenere la sua crescita e il suo allargamento. «Se pensiamo di andare avanti con Unione Europea a 35 senza fare passi in avanti verso un tesoro europeo, secondo me ci illudiamo», ha affermato, sottolineando la necessità di una maggiore integrazione fiscale.
Transizione verde e innovazione: le chiavi per il futuro dell’Europa
Un altro tema centrale del convegno è stato quello della transizione verde e dell’innovazione tecnologica, elementi che, secondo Gentiloni, devono diventare i pilastri della crescita futura dell’Europa. «La speranza in un mondo qualitativamente migliore dal punto di vista ambientale ha una forza contagiosa», ha dichiarato, ma ha avvertito che questa transizione deve essere accompagnata da politiche di buon senso e flessibilità per evitare di creare divisioni sociali e politiche. Ha inoltre evidenziato l’importanza di investire nelle competenze e nel lavoro, affinché la transizione ecologica possa diventare un volano per la creazione di nuovi posti di lavoro e per la competitività europea.
La discussione si è poi concentrata sull’innovazione tecnologica, un settore in cui l’Europa rischia di rimanere indietro rispetto ad altre potenze globali. Gentiloni ha richiamato l’attenzione sulla necessità di incrementare gli investimenti privati in tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale, dove l’Europa investe solo una frazione di quanto investono gli Stati Uniti e la Cina. «Nel grande gioco dell’innovazione, non possiamo stare come italiani, tedeschi, lituani o maltesi; possiamo stare come europei», ha affermato, sottolineando l’importanza di un’azione concertata a livello europeo per mantenere la competitività del continente. Ha inoltre sottolineato che, se l’Europa vuole mantenere il suo ruolo di leader globale, deve fare di più per sostenere l’innovazione e l’inclusione, assicurandosi che tutti i cittadini europei possano beneficiare dei progressi tecnologici.
Il ruolo della società civile nella costruzione del futuro europeo
Lorenza Violini ha concluso il dibattito riflettendo sul ruolo della società civile europea, che storicamente ha giocato un ruolo cruciale nel sostenere il progetto europeo nei momenti di crisi. «L’Europa effettivamente dà grande spazio alla società civile», ha detto, ma ha avvertito che «il problema qualche volta è un po’ la società civile, perché sono un po’ lontani, non sempre partecipano». Ha però sottolineato che la sussidiarietà, un principio caro all’Europa, continua a essere un pilastro fondamentale per il dialogo tra le istituzioni e i cittadini.
Violini ha ricordato che, nonostante le difficoltà, è essenziale mantenere vivo questo dialogo per garantire che le istituzioni europee rimangano in sintonia con le esigenze dei cittadini. Ha concluso il suo intervento auspicando un rafforzamento delle interazioni tra i vari livelli di governo e la società civile, per costruire un’Europa più coesa e capace di affrontare le sfide future.
Un messaggio di speranza e responsabilità per il futuro dell’Europa
Il convegno si è chiuso con un appello alla responsabilità e alla partecipazione attiva di tutti gli attori europei, dalle istituzioni alla società civile, per costruire un futuro di crescita e stabilità per l’Unione Europea. Paolo Gentiloni ha concluso con una riflessione sulle priorità della prossima Commissione Europea, che dovrà concentrarsi sul sostegno all’Ucraina, sull’integrazione dei nuovi membri e sulla transizione verde. «La sfida della competitività sarà la sfida principale che la nuova Commissione avrà davanti», ha dichiarato, sottolineando l’importanza di un’Europa forte e unita per affrontare le sfide globali.
Questo incontro ha offerto un’analisi approfondita delle dinamiche attuali dell’Europa, evidenziando le difficoltà ma anche le opportunità che si presentano all’Unione. Il messaggio finale è chiaro: l’Europa ha le risorse e le capacità per superare le incertezze attuali e crescere, ma per farlo deve rinnovarsi e rafforzare la sua coesione interna, mantenendo al centro il benessere dei suoi cittadini.