Europa degli Stati o Europa delle Regioni?
Rimini, 21 agosto 2023 – Europa e Regioni: grandi sfide globali da una parte, ricadute concrete e attenzioni
nei territori dall’altra. All’edizione 2023 del Meeting per l’amicizia fra i popoli la domanda “Europa degli
Stati o Europa delle Regioni?” ha permesso di riflettere sugli scenari futuri di governance e dall’applicazione
concreta del principio di sussidiarietà.
«Il Meeting», ha dichiarato in apertura dell’incontro il moderatore Andrea Simoncini, vicepresidente
Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli ETS, docente di Diritto Costituzionale all’Università di Firenze,
«ha nel suo DNA sia la dimensione regionalista che quella europeista, per sviluppare l’idea che la
Repubblica Italiana ha in nuce sia la sfida delle Regioni che quella dell’Europa».
Il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, impossibilitato a partecipare di persona in virtù
della concomitanza dei funerali di Carlo Mazzone, nel suo videomessaggio ha dichiarato come il tema del
rapporto tra Europa e Regioni, al fine di garantire la crescita nella reciproca collaborazione, «sarà un tema
nevralgico nei prossimi anni per garantire all’Europa un assetto che faccia tornare protagonista il vecchio
continente», senza dimenticare le radici, la centralità della democrazia e dell’eredità storica della civiltà
europea.
La presidente dalla Regione Umbria Donatella Tesei ha ricordato come esista, a Bruxelles, un comitato delle
Regioni di cui fanno parte anche molte Regioni italiane, ma le cui funzioni siano solo consultive: «Forse
bisognerebbe fare un salto in avanti», ha osservato, «dando a questo organismo maggiori poteri, perché
possa essere di aiuto concreto in tante situazioni in Europa su temi sui quali l’Europa legifera». Sul PNRR, il
grande rammarico per l’esclusione delle Regioni dai processi decisionali, dato che non tutti i piccoli Comuni
hanno la capacità di partecipare ai bandi per i fondi europei.
Sergio Emidio Bini, assessore alle Attività Produttive e Turismo Regione Friuli Venezia Giulia, ha dichiarato
di essere «un tifoso dell’autonomismo: se riuscissimo a far sì che le Regioni italiane abbiano maggiore
autonomia, forza, potere decisionale e di spesa, si riuscirebbe a rispondere più velocemente alle esigenze
dei cittadini».
«Il PNRR», ha denunciato Bini, «è il classico esempio di come le cose non devono essere fatte, ovvero
bypassando le Regioni». E se da una parte c’è la necessità di una «catena più corta, non troverei nessuno
scandalo nella possibilità che l’Europa e le Regioni interloquiscano direttamente tra loro». Occorrono anche
ragionamenti più complessivi: «Da qui ai prossimi anni ci aspettano sfide fondamentali. Il cambiamento
epocale che stiamo vivendo è sotto gli occhi di tutti. L’Europa e l’Italia sono piccoli in confronto al mondo.
Se vogliamo continuare ad essere il vaso di coccio dobbiamo mantenere le regole attuali d’Europa. L’Europa
così non serve, bisogna creare i veri Stati Uniti d’Europa, con un presidente vero, un governo vero, dove
non ci si occupi solo di come distribuire le mele e le arance, ma di politica estera vera e della difesa comune
vera». Bini accusa: «Guardate che figuraccia stiamo facendo con la Guerra in Ucraina: uno fa una cosa, uno
fa l’altra. Non funziona. È chiaro che saremo esclusi dalle scelte strategiche globali. Bisogna avere il
coraggio di osare».
Mario Tonina, vicepresidente e assessore all’urbanistica, ambiente e cooperazione della Provincia
Autonoma di Trento, ha aggiunto: «In questi anni abbiamo dimostrato che la strada delle Province
autonome è quella giusta, perché le forme di autogoverno devono mettere in condizione i cittadini di
sentirsi protagonisti. Favorire l’autonomia differenziata permetterà anche alle altre Regioni di sviluppare
forme di autogoverno importanti. Solo i territori possono incidere e fare la differenza». Tra i temi che le comunità locali hanno a cuore c’è la gestione dei grandi carnivori, come gli orsi: «Oggi il problema non è
solo delle Regioni italiane, ma di tutti. L’auspicio è che possa entrare nei programmi delle elezioni europee,
altrimenti le montagne si spopolano».
(A.C.)