Emergenza climatica e transizione ecologica
Un ripensamento del rapporto tra uomo e natura
Rimini, 23 agosto 2023 – L’emergenza climatica è un tema oggi sulla bocca di tutti: un argomento complesso che riguarda ogni nazione, ciascun ambito della società e ogni fascia della popolazione. Su questo fronte si esprimono molte voci, spesso solitarie e contrastanti tra loro; per questa ragione, appare quanto mai urgente riordinare le idee e trovare una strada comune all’interno della quale ogni attore in gioco possa dare il proprio contributo per l’attuazione di una vera e propria transizione ecologica.
È dalla necessità di individuare una linea d’azione unitaria che si è tenuto, in occasione della XLIV edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli, l’incontro “Emergenza climatica e transizione ecologica” moderato da Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, e introdotto da Fabrizio Piccarolo, direttore della Fondazione Lombardia per l’Ambiente.
Preziosi sono stati gli interventi di Gaël Giraud, economista, gesuita, docente alla Georgetown University di Washington, e di Carlin Petrini, sociologo, scrittore e attivista italiano, fondatore dell’associazione Slow Food e Terra Madre, coautori di Il gusto di cambiare. La transizione ecologica come via per la felicità (Slow Food Editore – Lev).
«Il tema dell’amicizia, al centro di questa edizione del Meeting, ci porta al cuore del rapporto tra uomo e ambiente», ha detto Piccarolo introducendo il panel e invitando a visitare la mostra “Cum Tucte. Tra uomo e ambiente” da cui è nato l’evento. Il gesuita Giraud prende spunto dalla provocazione di Piccarolo per indicare come il libro scritto a quattro mani con Petrini «si basi su tre parole: amicizia, quella tra uomo e natura descritta nel “Cantico delle creature” di san Francesco; comunità dove le persone si mettono a vivere insieme. Il terzo elemento è ecologia: non si tratta solo di quella ambientale, ma anche di ecologia economica e sociale. Anzi, si potrebbe parlare di ecologia umana che si pone alla base di ogni altra dimensione».
Petrini ha ripreso il tema del volume spiegando che esso «nasce dalla conoscenza del sistema alimentare globale, che mai come questo momento dimostra di non funzionare. Il 35% della CO2 prodotta oggi nel mondo è determinata dalla produzione di cibo, circa il 33% di questo viene sprecato; per produrre tutto il cibo che viene gettato via vengono usati ogni anno milioni di ettari di terra fertile e miliardi di litri d’acqua. Parallelamente a ciò, assistiamo a oltre 900 milioni di persone che soffrono la fame e circa 25 milioni di morti per fame ogni anno, soprattutto bambini».
«Noi siamo cresciuti con l’idea che le risorse del pianeta potessero finire», ha proseguito Petrini. «La situazione oggi è diventata drammatica e quasi irreversibile. Purtroppo, la Conferenza di Parigi del 2015, che aveva posto il problema e suggeriva una strada comune per intervenire, non ha portato ad alcun esito».
Giraud ha aggiunto che la sfida è quella di un «cambiamento antropologico rivoluzionario: occorre dare forma ad un’antropologia relazionale. Se impariamo a vivere tra di noi, sapremo relazionarci anche con il resto del creato e intraprendere la strada verso la vera felicità».
Infine, Petrini ha tratto le conclusioni: «Dobbiamo prendere atto di una distanza tra la politica tradizionale e la sfida ecologica di cui parla continuamente il Papa: solo se la società civile diventerà un soggetto politico a tutti gli effetti si potrà rispondere a questo passaggio epocale che richiede una transizione non solo ecologica ma integrale, che riguardi l’uomo nella sua totalità».
(A.P.)