“E io sol uno m’apparecchiava a sostener la guerra”.
Cinque generazioni che camminano con Dante, a confronto
Rimini, 24 agosto 2021 – Un incontro, spiega in apertura Franco Nembrini, insegnante e scrittore, studioso di Dante che ha fatto della Commedia una seguitissima proposta educativa fatta dialogo e cammino insieme agli studenti, anche come autore di vari saggi e pubblicazioni, che nasce dal desiderio di persone appunto di varie generazioni di raccontare il proprio rapporto con Dante e quale cambiamento ha prodotto nel proprio cammino umano e professionale. Ospiti Pietro Baroni, insegnante e direttore dei Colloqui Fiorentini; Gabriele Dell’Otto, illustratore; Francesca Gargantini, insegnante; Clementina Mazzoleni, insegnante in pensione; Laura Rodella, studentessa; Paolo Valentini, presidente dell’Associazione Centocanti, direttore scolastico di Fondazione Karis. Con la partecipazione di Fabio Volo, scrittore, attore, autore e conduttore televisivo e radiofonico.
«L’esperienza della pandemia», dice Nembrini, «è stata terribile per una generazione di figli, genitori, insegnanti e viene pagata molto cara da questa che soffre, e fatica ad orientarsi e non trova nel mondo degli adulti una proposta sufficientemente alta con cui confrontarsi. Entriamo dunque “a gamba tesa” in questa emergenza educativa così dimenticata. Sono stato folgorato», aggiunge, «travolto “sulla via di Damasco” dall’incontro con Dante, così stupito da colei che gli porta l’esperienza dell’infinito del mare, del cielo, e poi profondamente della Chiesa e del popolo. Da dove viene quello che ha scritto? Da un rapporto e da un incontro».
Fabio Volo dichiara immediatamente di avere un amore “segreto” per la Commedia. Un incontro, questo con Nembrini al Meeting, che è nato spontaneamente, sulla scia proprio della competenza mostrata da Volo in merito «che mi ha lasciato senza fiato», dice Nembrini, «e gli ho detto: “Vieni al Meeting!”».
Animato fin dagli anni giovanili da una grande passione per la lettura, Volo dice di essere rimasto folgorato da due letture; la biografia di Michelangelo con la sua frase che diceva che “l’opera d’arte è dentro di noi” («E allora anch’io ho voluto far uscire l’opera d’arte dentro di me») e appunto la Commedia, «con cui non mi sono più sentito solo, trovando in essa risposte anche alle domande più pratiche. E sentendo l’esigenza di “voler andare”, che agli altri sembrava presunzione, mi sono trovato a leggere il canto di Ulisse che va “per l’alto mare aperto”. Come dice Dante, in fondo al pelago oscuro c’è la nostra capacità di sentire, di sviluppare la nostra sensibilità per arrivare a comprendere».
Paolo Valentini, presidente dell’Associazione Centocanti, direttore scolastico di Fondazione Karis, ha quindi raccontato della svolta impressa dall’incontro con Nembrini che ha portato alla proposta “folle” dell’Associazione Centocanti, uno per ogni studente, per dar vita a una Divina Commedia “vivente”: «Ciò che ha reso la nostra passione per Dante e la nostra compagnia indissolubilmente legati e che ci ha fatto percepire il senso dell’educazione come proposta educativa. Così che molti di noi sono diventati insegnanti a loro volta».
(M.T.)