E io che sono? Natura umana e rapporto con la natura

Redazione Web

E io che sono?
Natura umana e rapporto con la natura

Rimini, 21 agosto 2022 – Un rapporto, quello tra Uomo e Natura, fragile eppure essenziale,dal quale scaturisce un compito preciso: custodire e coltivare il Creato.
È su questo tema che è stato dedicato l’incontro dal titolo “E io che sono? Natura Umana e rapporto con la natura”. Ogni relatore ha portato un contributo nel proprio ambito: quello politico per Raffaele Cattaneo, assessore all’Ambiente e Clima della Regione Lombardia; quello sociale con Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà; e quello più propriamente legato al senso dell’esperienza umana nel suo rapporto con la natura, per il poeta e scrittore Davide Rondoni. Ha introdotto il confronto Fabrizio Piccarolo, direttore Fondazione Lombardia per l’Ambiente.
Dalle parole di Cattaneo è emerso che c’è una drammatica perdita di biodiversità e i danni climatici che sono sotto ai nostri occhi sono solo l’inizio di ciò che potrebbe succedere. Per ovviare a questa crisi ci vuole un pensiero politico e culturale diverso. E quello che ha proposto il Papa con l’enciclica “Laudato si’”, rispetto alla questione ambientale, analogamente a quanto accaduto con la questione sociale a fine Ottocento. «Anche allora la Chiesa arrivava e spiazzava, eppure oggi come allora c’è un approccio culturale che non è in grado di dare risposte. Ci vuole una nuova visione dell’uomo e della natura, ma di fatto non c’è ecologia senza adeguata antropologia».
Perciò, ha continuato Cattaneo, ci si chiede: val la pena mettere al mondo figli in un mondo così scassato? Certo l’estinzione non è l’etica di cui abbiamo bisogno per affrontare una sfida del genere. Con quale cultura ci muoviamo noi cattolici? C’è bisogno di una visione che sia in grado di dare una risposta equilibrata. «Il problema», ha argomentato il relatore riferendosi sempre alle parole del Papa, «è la relazione, una relazione adeguata tra uomo e natura.

L’uomo non può ignorare che deve costruire un rapporto positivo con la natura. Abbiamo bisogno di capire come possiamo farlo, e possibilmente senza un approccio ideologico, ma nemmeno negazionista. Abbiamo bisogno di una grande trasformazione da mettere in atto
nei prossimi anni. Nell’enciclica il concetto di casa comune è legato al concetto di bene comune. Dovrebbe essere semplice riconoscere che al rispetto del primo è legata la sopravvivenza del secondo».

Vittadini, nel parlare del rapporto dell’uomo con la natura, ha messo l’accento sul passaggio da una posizione moralista, che violenta e perde di vista la realtà, a una che recupera lo stupore e si implica con la realtà fino a desiderare di salvaguardare quella bellezza: «Se un ambientalismo moralista distrugge lo stupore e dunque la verità, uno sguardo capace di vedere le meraviglie del creato è il punto di partenza per quella partecipazione attiva alla cura e alla tutela che l’enciclica del Papa auspica e suggerisce».

Nel secondo momento dell’incontro ci si è chiesti: come si attua questo cambiamento culturale o almeno quali sono i punti di caduta concreta per riuscire a vivere dell’agenda Onu e di
quello che chiede?
Rondoni ha risposto che il punto è cosa è il tempo per un uomo: «Noi viviamo di corsa, le
nostre sono giornate velocissime. Ma il tempo è anche il significato del tempo. Se riduciamo
l’esperienza umana al tempo, perdiamo il senso, il significato del cosmo. Eppure il senso del
sacro è l’unica cosa che non è commerciabile». Mentre educhiamo i nostri figli al consumo
responsabile dovremmo chiedere loro se questo non coincide con la scoperta del sacro che è
dentro la realtà, qualcosa di cui la realtà è impregnata. «Se non gli insegniamo questo, è tutto inutile. Non possiamo chiedere a Greta questo».

Solo chi si commuove del sacro, per lo scrittore, può imparare a rispettare la realtà. «Perciò
l’uomo nella natura deve avere la posizione del mendicante. Non si può parlare di natura
senza parlare dell’essere umano. E l’uomo è un abisso di stupore non commerciabile. Vedendo la scomparsa del sacro verrà un nuovo fascismo, perché se non si oppone il sacro tutto è consumo. Il punto di congiunzione è il senso del sacro, ma se non sappiamo cos’è, questa battaglia diventa impossibile».
(M.B.)

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