Sono iniziati con una grande festa nel centro storico di Rimini gli spettacoli del Meeting 2011. Musica, balli e canti per lanciare una provocazione: “Ma noi la stiamo meritando quest’Italia?”.
Ha diretto le danze il musicista Ambrogio Sparagna che con la sua Orchestra Italiana dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, gruppo strumentale composto da giovani di tutt’Italia, ha animato la piazza riminese con canzoni della tradizione popolare italiana. Da nord a sud, i brani hanno espresso il folclore del nostro Paese con ballate dedicate agli eroi risorgimentali e inni alla Madonna nei diversi dialetti. In piazza Cavour sono risuonate così le note di Noi siamo piemontesi, Lu cantu di Garibbaldi, Italia bella mostrati gentile, Libera nos a malo accompagnate dalla voce solista di Gianni Aversano e dal coro Amarcanto, per l’occasione diretto da Anna Rita Colajanni.
Non solo canti. Tra un brano e l’altro, il poeta Davide Rondoni ha recitato testi di Dante e dell’americano Ezra Pound, oltre che suoi e del lucano Rocco Scotellaro, ben integrandosi con il resto dello spettacolo. “L’Italia è un desiderio, non un progetto – ha evidenziato l’autore – e questo chiama in causa il cuore di ognuno di voi”. E il cosmopolita pubblico ha risposto con vivacità, ballando e cantando, all’invito. Sparagna, prima dello spettacolo aveva promesso “una grande festa popolare, di gioia e di armonia per raccontare la bellezza dello stare insieme e la forza che, con la musica, uno possiede per affrontare i momenti difficili”, e così è stato.
Fuori scaletta, a conclusione dello spettacolo, l’inno nazionale, un Fratelli d’Italia cantato a gran voce da tutte le persone presenti sul palco, coro e musicisti, e dalla folla radunata in piazza, chi in piedi, chi seduto sui marciapiedi e chi ai tavolini dei bar vicini. A seguire i bis, con l’allegra e ritmata Jettere alla capanna, cantata da Aversano e dal coro Amarcanto.
“Una serata magica” l’ha definita Sparagna, che alla fine ha ringraziato tutti esprimendo la sua felicità per quell’incontro. Del resto, come ha sottolineato il musicista, “la musica popolare è tale se si fa insieme: chi suona non è mai da solo, chi canta non è mai da solo”.