Dottore, è finito il diesel.

Press Meeting

È stato oggi presentato al Meeting il libro di Alberto Reggiori “Dottore, è finito il diesel”. È il racconto della missione in Uganda di un medico, appunto Alberto Reggiori, di Varese.
Moderatore dell’incontro Arturo Alberti, Presidente Fondazione Avsi. Ci tiene a sottolineare 2 elementi del libro che l’hanno colpito: in primo luogo, la trasparenza con cui emergono le ragioni che stanno all’origine della decisione di partire (la gratuità e la fiducia in alcuni amici, entrambe conseguenze dell’incontro con Cristo da cui nasce una sovrabbondanza del cuore per cui è più facile dire di sì); in secondo luogo, l’impeto missionario che il libro trasmette: emerge in maniera prepotente come ciò che ha spinto Reggiori a partire può essere decisivo per tutti noi.
Alberto Reggiori racconta alcuni momenti della sua avventura missionaria. La decisione venne presa al termine di un’udienza con Giovanni Paolo II, durante la quale il Santo Padre aveva esortato i presenti con queste parole “Andate in tutto il mondo a portare la verità, la bellezza e la pace, che si incontrano in Cristo Redentore”. Il motivo personale che ha spinto l’autore a intraprendere il viaggio e la missione è stato il desiderio di restituire la sovrabbondanza che gli era stata donata. Ciò che ha permesso di superare gli inevitabili momenti di difficoltà, tra cui la guerra civile, è stato il riconoscere l’unità con gli altri amici italiani presenti e la voglia di condividerla con i nuovi amici africani. La scoperta più sorprendente degli anni di missione è che lo sviluppo non è una questione di soldi, di tecnologia o di organizzazione, ma una questione di uomini.
Filippo Ciantia, di Uganda Avsi Representative, si sofferma su 3 particolari del libro che lo hanno colpito: la positività che affiora ovunque, al contrario di molti libri che in Africa vedono solo tragedie; i moltissimi nomi che affollano il libro e che dopo poche pagine già diventano familiari; la sfida che viene lanciata a vivere la missione, non necessariamente lasciando casa propria, ma semplicemente annunciando la ‘buona notizia’.

F.T.
Rimini, 23 agosto 2005