Rimini, 20 agosto 2024 – Alle 15:00 nella Sala Gruppo FS C2 della Fiera di Rimini, si è tenuto il convegno intitolato “Disuguaglianza: il prezzo che tutti paghiamo”, organizzato in collaborazione con la Fondazione per la Sussidiarietà. L’incontro ha visto la partecipazione di figure di spicco a livello internazionale, tra cui José Manuel Durão Barroso, già presidente della Commissione Europea e attuale presidente non esecutivo di Goldman Sachs International, e Branko Milanovic, rinomato economista e professore alla City University of New York, tra i massimi esperti mondiali sul tema della disuguaglianza economica. A introdurre il dibattito è stato Samuele Rosa, economista senior del FMI (Fondo Monetario Internazionale) e membro della Fondazione per la Sussidiarietà, che ha posto in evidenza le profonde implicazioni sociali e politiche della disuguaglianza.
Rosa ha aperto il convegno con una riflessione sull’importanza cruciale del tema della disuguaglianza e sul suo impatto su molteplici dimensioni della società. «La crescente disuguaglianza tocca differenti dimensioni, non solo reddito e ricchezza», ha dichiarato, aggiungendo che «per alcuni osservatori, l’iniquità di pensiero sta minacciando proprio la coesione delle nostre società». Il suo discorso ha messo in evidenza come la disuguaglianza stia minando la stabilità delle democrazie moderne, rendendo necessario un dibattito approfondito che metta in luce le dinamiche economiche, sociali e politiche che la alimentano e la perpetuano. Rosa ha poi introdotto i relatori, sottolineando l’esperienza e la competenza di Barroso e Milanovic, due figure chiave nel trattare questi temi complessi con una prospettiva globale. Il moderatore ha anche richiamato l’attenzione sull’importanza di affrontare la disuguaglianza in modo sistemico, riconoscendo che le radici del problema affondano in strutture economiche e sociali consolidate, che richiedono interventi su più fronti per essere efficacemente modificate.
L’intervento di Branko Milanovic: un’analisi storica ed economica della disuguaglianza
Milanovic, intervenuto in collegamento da New York, ha offerto un’analisi dettagliata delle radici storiche ed economiche della disuguaglianza, partendo dalla rilettura critica dei grandi economisti del passato. L’economista ha spiegato come la sua recente ricerca lo abbia portato a riconsiderare le opere di pensatori come Adam Smith, Karl Marx e Simon Kuznets, per comprendere meglio le dinamiche che hanno determinato e continuano a influenzare la distribuzione della ricchezza nel mondo contemporaneo. «Il pensiero economico deve essere continuamente rivisitato per rispondere alle nuove sfide globali», ha affermato, sottolineando che le teorie economiche tradizionali devono essere adattate per rispondere alle complessità del mondo attuale. Milanovic ha posto l’accento sulla crescente polarizzazione economica e politica all’interno dei paesi, un fenomeno che sta esacerbando le tensioni sociali e generali che rischiano di compromettere la stabilità delle società stesse. «Negli ultimi 40 anni, paesi come Cina e India hanno visto una crescita significativa, che ha ridotto la disuguaglianza globale, ma all’interno dei singoli paesi le disuguaglianze sono aumentate drasticamente», ha sottolineato, evidenziando come la globalizzazione abbia avuto effetti ambivalenti: mentre ha ridotto la povertà a livello globale, ha anche acuito le disparità all’interno delle nazioni.
Milanovic ha proseguito citando l’esempio delle disparità nell’accesso all’istruzione e alle opportunità di lavoro, che creano un circolo vizioso di disuguaglianza intergenerazionale: «Le differenze nell’accesso all’istruzione e alle opportunità lavorative consolidano le disuguaglianze economiche e sociali, rendendo sempre più difficile per le classi meno abbienti migliorare la propria condizione».
José Manuel Durão Barroso: il ruolo dell’Unione Europea e le sfide della globalizzazione
Barroso ha successivamente preso la parola, concentrandosi sul ruolo che l’Unione Europea può e deve svolgere nella lotta contro la disuguaglianza e sulle sfide poste dalla globalizzazione in un contesto economico mondiale sempre più interconnesso. Il relatore ha ricordato come l’UE sia stata storicamente una forza trainante per la prosperità condivisa e la coesione sociale, attraverso politiche che hanno mirato a ridurre le disuguaglianze tra i diversi paesi membri e all’interno di essi. «L’Europa deve confrontarsi con la perdita di competitività rispetto a potenze come Stati Uniti e Cina», ha affermato, sottolineando che «solo un’Europa unita può affrontare efficacemente le sfide poste dalla globalizzazione e dalla frammentazione geopolitica».
Barroso ha inoltre discusso l’importanza di politiche fiscali e di redistribuzione del reddito a livello sia nazionale che comunitario, per contrastare la crescente disuguaglianza e promuovere una maggiore equità sociale. Ha suggerito che la Commissione Europea deve continuare a promuovere politiche che combinino dinamismo economico e giustizia sociale, al fine di garantire che i benefici della crescita economica siano distribuiti in modo più equo tra tutti i cittadini europei. «La Commissione Europea deve essere un faro di giustizia sociale, guidando politiche che non solo stimolino l’economia, ma che proteggano anche i più vulnerabili», ha dichiarato Barroso, enfatizzando la necessità di un equilibrio tra efficienza economica e equità sociale. Ha anche parlato dell’importanza di rafforzare la coesione sociale all’interno dell’Unione, attraverso politiche che promuovano l’inclusione e riducano le disparità regionali, che sono spesso alla base dei movimenti euroscettici. «Un’Europa forte è un’Europa unita, capace di rispondere alle sfide della globalizzazione senza lasciare indietro nessuno», ha concluso Barroso, sottolineando che il futuro dell’UE dipende dalla sua capacità di mantenere la promessa di prosperità condivisa per tutti i suoi cittadini.
Proposte di riforma e la necessità di un’azione globale
Durante il convegno, entrambi i relatori hanno concordato sulla necessità di riforme profonde per affrontare efficacemente la disuguaglianza, un problema che richiede un approccio coordinato a livello globale. Milanovic ha proposto di combinare strumenti fiscali più equi con politiche di diffusione della proprietà dei fattori di produzione, come il capitale, al di là della sola classe media. Per Milanovic «dobbiamo cercare di agire su due leve: la redistribuzione fiscale e l’aumento della proprietà del capitale»; egli ha indicato che l’istruzione è un altro pilastro fondamentale per ridurre le disuguaglianze. Ha suggerito che l’accesso all’istruzione di qualità deve essere garantito a tutti, indipendentemente dal loro background socio-economico, come strumento per rompere il ciclo della povertà e creare opportunità per le generazioni future. «L’istruzione è la chiave per l’empowerment economico e sociale, ed è essenziale per costruire una società più equa e inclusiva», ha aggiunto Milanovic, sottolineando che solo investendo nell’istruzione e nella formazione sarà possibile ridurre le disuguaglianze a lungo termine.
Barroso, poi, ha sottolineato la necessità di mantenere un equilibrio tra mercato e Stato, evitando estremismi ideologici e concentrandosi sul benessere delle persone: «Non prego né il Dio Stato né il Dio mercato, quello che conta sono le persone e la nostra politica deve essere orientata al consenso e al benessere di ogni individuo». Ha inoltre richiamato l’attenzione sulla necessità di riforme che rendano il sistema economico più inclusivo e resiliente, capace di affrontare le sfide globali senza sacrificare la giustizia sociale. Barroso ha proposto l’adozione di politiche fiscali che incentivino la redistribuzione della ricchezza, attraverso una maggiore progressività delle imposte e misure che riducano le disparità di reddito. Ha anche discusso dell’importanza di politiche che promuovano la partecipazione attiva dei cittadini alla vita economica e sociale, come mezzo per rafforzare la democrazia e garantire che le decisioni politiche riflettano realmente le esigenze della popolazione. «La democrazia deve essere un progetto inclusivo, in cui ogni voce conti e in cui le politiche siano orientate al benessere di tutti, non solo di pochi privilegiati», ha concluso Barroso, invitando i leader politici a impegnarsi per una governance più equa e partecipativa.
In chiusura, Rosa ha ringraziato i relatori per i loro contributi e ha evidenziato l’importanza di continuare a discutere di disuguaglianza non solo come un problema economico, ma anche come una questione che riguarda la giustizia sociale e la democrazia. Ha quindi esortato i partecipanti a riflettere su come ognuno possa contribuire a ridurre la disuguaglianza, sia a livello individuale che collettivo, e ha auspicato che il dibattito avviato durante il convegno possa proseguire in altre sedi, all’interno e all’esterno del Meeting di Rimini. «Il Meeting di Rimini continua a essere un luogo privilegiato per affrontare questi temi cruciali e per cercare risposte che possano guidarci verso una società più giusta ed equa», ha concluso, invitando tutti a partecipare attivamente alla costruzione di un futuro migliore, in cui le disparità siano ridotte e le opportunità siano realmente accessibili a tutti.
Rosa ha inoltre sottolineato che la lotta contro la disuguaglianza richiede un impegno costante e collettivo, che coinvolga tutti i settori della società, dalle istituzioni pubbliche alle imprese, fino ai singoli cittadini. Infatti solo attraverso un’azione concertata sarà possibile affrontare le sfide complesse che la disuguaglianza pone e costruire un mondo in cui la giustizia sociale sia una realtà concreta: «Dobbiamo lavorare insieme per abbattere le barriere che dividono le persone e costruire una società in cui ogni individuo possa vivere con dignità e rispetto». Rosa ha concluso il convegno con un appello alla solidarietà e all’azione collettiva: il Meeting di Rimini continuerà a essere un laboratorio di idee e un luogo di incontro per tutti coloro che sono impegnati nella costruzione di un futuro più equo e inclusivo.