Rimini, giovedì 23 agosto – Incontro di elevato contenuto culturale e scientifico quello che si è svolto alle 11.30 di oggi, presso il Salone Intesa Sanpaolo A3. Erano presenti Antonio Lazcano, biologo e professore alla School of Sciences dell’Università del Messico, e Giuseppe Tanzella-Nitti, professore di Teologia Fondamentale alla Pontificia Università della Santa Croce. Li ha introdotti Tommaso Bellini, professore ordinario di Fisica Applicata all’Università degli studi di Milano. “In questo incontro vogliamo approfondire le questioni riguardanti l’origine della vita, come del resto sta accadendo nel ciclo che si svolge quotidianamente in Arena Exoplanet”, ha affermato Bellini. “Nella comunità scientifica si stanno raccogliendo evidenze e relazioni fra l’emergere della vita sulla terra e il cosmo. La complessità delle molecole che costituiscono gli organismi viventi è tale da far pensare che l’evoluzione, secondo una crescente complessità, si sia svolta una volta sola? Oppure le condizioni similari che si ritrovano in pianeti extrasolari possono indurci a credere che non siamo soli? Entrambe le concezioni presentano aspetti che ci spaventano, che ci affascinano”.
Lazcano ha esordito precisando che la scienza utilizza vari metodi. La biologia, la fisica, la paleontolo-gia, l’archeologia, hanno metodi diversi. L’indagine intorno all’origine della vita esige un approccio multidisciplinare, che tenga conto dell’apporto di diverse scienze. Il relatore ha svolto una sintesi efficace dell’idea di evoluzione come è venuta dispiegandosi in vari ambiti del sapere nel corso dell’Ottocento: in campo biologico con Darwin, nel campo della fisica con Laplace, in quello socio-economico e storico con Marx ed Engels. Il biologo messicano, in modo affascinante ha ripercorso il cammino della scienza in ambito biologico, richiamando il celebre esperimento di Miller, che rappresenta “la prima dimostrazione secondo cui, nelle giuste condizioni ambientali, le molecole organiche si possono formare spontaneamente a partire da sostanze inorganiche più semplici”. Ha poi concluso con una felice, provocante conclusione: “La nostra umiltà non deve finire per andare contro la curiosità conoscitiva”.
Alla domanda “se un cristiano possa accettare le risposte della scienza”, Tanzella-Nitti ha precisato che ciascuno deve sforzarsi di capire quello che la scienza dice, quando parla nei termini di “teorie consistenti”, precisando altresì il fatto che “la teologia si occupa della vita in senso proprio, ovvero di ciò che è l’origine, perché Dio, Egli stesso, è il vivente”. Continuando a sviluppare il tema della vita nell’universo e in realtà extraterrestri, questione che interessa sia la scienza che la filosofia e la teo-logia, Tanzella-Nitti ha poi affermato “che la ricerca scientifica riguarda le relazioni quantitative; la vita nelle sue relazioni qualitative con l’essere del cosmo è oggetto della riflessione filosofica. La Pa-rola rivelata dallo stesso Creatore, che ci viene incontro nella storia, riguarda le relazioni esistenziali fra la creatura e il Creatore”. Inoltre il teologo ha chiarito che “ciò che riguarda l’origine della vita è compatibile con lo sviluppo degli scenari d’inizio che la scienza descrive. Quando si parla di origine si deve far riferimento all’intenzionalità dell’autore. Per riprendere la metafora del brodo primordiale e della presenza degli ingredienti iniziali, occorre precisare che la ricetta è ‘pensata’, perciò implica un Cuoco, cioè un Autore che chiamiamo Dio. Dio presiede intenzionalmente ai dinamismi che causano l’inizio della vita. Nel primo capitolo del libro della Genesi abbiamo una spiegazione teologica e scientifica, secondo le conoscenze del tempo. L’azione creatrice di Dio tende ad avere esseri personali di fronte a sé”. Oltre il mondo c’è qualcosa? – viene dunque chiesto in conclusione. “La domanda – replica Tanzella-Nitti – che la teologia affronta è piuttosto se c’è Qualcuno e se ha qualcosa da dirmi. In tal senso la risposta è compatibile sia con un cosmo fisico assolutamente unico e irripetibile sia con un cosmo brulicante di vita, perché così voluto da Dio, che lo ha creato e posto in essere. La capitalità della redenzione operata da Cristo va al di là delle creature umane in quanto tali”.