“L’immagine della tavola periodica degli elementi è l’immagine più bella della storia: più bella di qualsiasi dipinto di Michelangelo”. Con questa provocazione, Jean-Marie Lehn, premio Nobel per la chimica 1987, ha iniziato la sua conferenza scientifica al Meeting di Rimini sul tema: “Dalla materia alla vita”, dove le mostre sull’artista aretino risultano ben due. Ma le mostre del Meeting hanno avuto un degno riconoscimento, poiché il Nobel ha usato proprio la mostra “Alle colonne d’Ercole” per documentare parte della sua relazione.
Lo scienziato Luca Sangiorgi, introducendo il relatore, ha paragonato l’atomo all’uomo, che combinandosi con altri atomi genera a sua volta una molecola, nella similitudine la società.
Lehn è partito proprio dall’atomo per raccontare la storia dell’evoluzione dell’universo, in cui l’energia si è trasformata improvvisamente in materia, la materia è combinata in molecole, le molecole da semplici si sono fatte complesse fino a diventare molecole organiche, quindi dando inizio alla avventura della vita. Oggi siamo allo stadio “Uomo”, secondo il premio Nobel, il quale ha affermato di non essere in grado di stabilire quale sarà il futuro dell’evoluzione, anche si è detto certo che lo stadio attuale non rappresenta la fine e nemmeno il fine del processo evolutivo.
La relazione di Lehn, che ha coinvolto una platea vastissima (l’auditorium era “tutto esaurito”) con immagini davvero affascinanti, ha dunque spiegato come da dei semplici atomi si possa arrivare alla sintesi del Dna, la base della vita e della peculiarità di ogni essere vivente. Il fascino della diversità ha mosso tutta la ricerca scientifica che ha indagato la complessità della chimica molecolare fino a raggiungere una capacità di controllo della materia davvero utile: in medicina, infatti, la tecnica detta del ”riconoscimento molecolare” permette ai farmaci di ultima generazione di individuare con precisione la zona di intervento. Il Nobel ha concluso la sua relazione “riscattando” la sua battuta sugli artisti italiani con la proiezione sullo schermo dell’auditorium di una frase di Leonardo da Vinci, dunque eleggendolo quale suo maestro e modello, perché da scienziato ha fatto dell’arte una scienza, mentre Lehn, dal canto suo, sta provando a fare della chimica un’arte.
M.S.
Rimini, 28 agosto 2003