Cristiani in Iraq

Press Meeting

Per ascoltare S.E. Mons. Shlamon Warduni, Vescovo Ausiliare della Chiesa Caldea a Baghdad, si sono accalcate ben più delle 650 persone previste nei posti a sedere. Insieme al Presule hanno partecipato al dibattito Giampaolo Silvestri, responsabile Progetti AVSI, e Gian Micalessin, giornalista.
Nell’introduzione Giorgio Salina, Vice Presidente della Convenzione dei Cristiani per l’Europa ha ricordato le parole di Maurizio Scelli, commissario della CRI in Iraq, secondo il quale gli iracheni hanno bisogno dei migliori specialisti che abbiamo per aiutarli a ricostruire il loro paese. Un Iraq ricostruito avrebbe poi le capacità per i aiutare tutto il Medio Oriente.
Mons. Warduni ha iniziato il suo intervento ricordando come la Chiesa Caldea sia stata fondata da S. Tommaso nel primo secolo: il cristianesimo è fiorito poi arricchendo la cultura in tutti i campi e arrivando a contare 80 milioni di fedeli.
Negli ultimi secoli la Chiesa ha subìto un forte ridimensionamento e il sangue dei martiri, ha proseguito mons. Warduni, ha bagnato copiosamente questa terra.
Durante la guerra i cristiani hanno dato esempio di amore e di accoglienza verso tutti; oggi la situazione sta cambiando, ha continuato il Presule, non c’è più sicurezza e molti emigrano per cercare condizioni di vita accettabili.
Mons. Warduni ha concluso il suo primo intervento chiedendo a Dio di aiutare i cristiani in Iraq a vivere la loro sofferenza e chiedendo a noi occidentali di aiutarli concretamente.
Silvestri ha raccontato come l’AVSI abbia incontrato una comunità cristiana viva e integrata nel tessuto sociale iracheno. Da questo incontro è nato un progetto per ricostruire otto asili a Baghdad. Ripartire dall’educazione è il modo migliore, ha continuato Silvestri, per sostenere la Chiesa Caldea nel suo sforzo di ricostruzione di un popolo in cui ci sia libertà per tutti.
Micalessin ha raccontato il suo primo incontro con cristiani curdi, nel 2003, in cui si rese conto di come già allora, in un clima di parziale libertà dalla dittatura di Saddam, si fossero inseriti estremisti sauditi che seminavano l’odio. Oggi, dopo l’eliminazione della dittatura, che almeno garantiva l’ordine pubblico, paradossalmente i cristiani sono meno sicuri di prima. Infatti, ha proseguito Micalessin, si moltiplicano le violenze e i rapimenti: nessuno è in grado di intervenire e il terrorismo continua la sua opera di disgregazione della società cercando di contrapporre le varie etnie e religioni.
Mons. Warduni ha quindi ripreso la parola per affermare come in Iraq ci siano anche autorità religiose musulmane che sono aperte al dialogo: purtroppo queste persone sono spesso oggetto della violenza terroristica. Per il Presule potrebbe esserci un vero complotto per l’eliminazione dei cristiani da tutto il Medio Oriente, ma egli si è detto anche sicuro che ciò non accadrà per il nostro aiuto e soprattutto per l’aiuto di Cristo.

G.C.
Rimini, 22 agosto 2004