Alla tavola rotonda hanno partecipato Massimo Gaggi, corrispondente da New York del Corriere della Sera, Vincenzo Giori, Amministratore Delegato della Siemens Italia, Pietro Guindani, Amministratore Delegato della Vodafone Italia e Benoit Lheureux, Presidente e Amministratore Delegato della Auchan SpA. Ha introdotto e moderato la tavola rotonda Enrico Biscaglia, Direttore della Compagnia delle Opere.
Biscaglia, nell’introdurre il tema, ha posto la questione delle condizioni per una crescita: se siano legate solo al contesto generale o richiedano creatività e coraggio. “La crescita che vogliamo – ha soggiunto – è quella che favorisce lo sviluppo integrale della persona”. Biscaglia ha chiesto poi agli ospiti intervenuti di descrivere come nel loro contesto specifico avvenga questa crescita e a quali condizioni.
Gaggi, parlando dello status dell’economia americana, di cui è diretto osservatore, ha sottolineato che il rallentamento della crescita osservato negli USA in questi ultimi anni è stato legato a diversi fattori, non solo agli avvenimenti dell’11 Settembre, ed era in qualche modo previsto. Guardando più generalmente alla situazione mondiale, Gaggi ha rilevato che si va verso un’economia dominata dai servizi (che in Italia ha già raggiunto il 66%, mentre in altri Paesi addirittura punte fino al 78%). “Nel futuro – ha detto – sarà sempre più così, con la Cina che svolgerà il ruolo di fabbrica del mondo”. Ha poi sottolineato il ruolo essenziale dell’Università per lo sviluppo e l’innovazione, ricordando che in Europa, dapprima culla della cultura accademica, il sistema universitario è oggi in crisi, mentre gli Stati Uniti, nonostante le difficoltà, sono stati capaci di reagire alla forte spinta innovativa che sta venendo, in fatto di scienza e tecnologia, dalla Cina e dall’India. Infine, ha concluso che molto si giocherà sulle tecnologie innovative, ricordando che “nel 2005 sono stati prodotti in tutto il mondo più transistors che chicchi di riso”.
Giori, riferendosi all’esperienza della Siemens, ha sostenuto che crescita, sviluppo e rendita non sono termini antitetici. “Il vero problema – ha detto – è se mantenere il predominio con metodi protezionistici, oppure con l’innovazione. Solo questa seconda modalità produce un circolo virtuoso, che in Siemens applichiamo ogni giorno”. Giori ha quindi ricordato alcuni obiettivi importanti in questa direzione: perseguire lo sviluppo per andare incontro alle esigenze di mercato, anziché difendere il proprio mercato; promuovere ampie collaborazioni con altre aziende leader; seguire i cambiamenti demografici e le conseguenze che ne derivano (mobilità, sicurezza, qualità della vita, diagnostica,…). Questa la sua ricetta finale: “poco vivere di rendita e molta innovazione”.
Guindani, dopo aver ricordato alcuni tratti salienti della presenza di Vodafone in Italia, ha affermato che il tema in questione è di natura politica, più che economica. “Prima – ha detto – c’era un monopolio delle telecomunicazioni: per decisioni politiche tale monopolio è stato abolito, e questo ha prodotto crescita”. “La concorrenza – ha ancora affermato – fa crescere. Non è però un approccio liberista estremo; le regole di competizione devono essere chiare. Come in una partita di calcio esistono gli arbitri, così occorrono dei garanti in questo settore: ad esempio l’antitrust, che deve intervenire per evitare che un operatore prenda una fetta di mercato troppo grande”. In conclusione, “continuare nella liberalizzazione dei mercati” e “aggiornare i meccanismi equilibratori del mercato”: tutto questo per raggiungere l’obiettivo del binomio “concorrenza e regole”.
Lheureux infine, dopo aver tracciato un profilo della società Auchan, che è adesso presente in Europa, Africa e Asia con oltre 2500 centri di vendita, ha affrontato il tema nel contesto del sistema economico italiano. “Alla crescita e allo sviluppo – ha detto – si oppongono rendita e declino. L’alternativa in Italia è se favorire gli imprenditori tradizionali (ad esempio la compravendita di immobili) oppure l’innovazione tecnologica”. Lheureux ha ribadito che Auchan ha scelto da sempre la crescita e lo sviluppo, mettendo al centro l’uomo e non il semplice profitto, reinvestendo il profitto in ricerca e in risorse umane e favorendo la nascita di nuovi progetti imprenditoriali. “Quindi – ha concluso – investimenti sulle strutture e sulle persone, per dare speranza soprattutto ai giovani”.