Nessuno si salva da solo
Covid-19, il ruolo fondamentale della ricerca scientifica
Rimini, 20 agosto 2021 – La centralità della ricerca scientifica nella vita di tutti e a beneficio di tutti è a tema alla tavola rotonda “Covid-19, il ruolo centrale della ricerca scientifica: la sfida del vaccino e di una terapia efficace”. Partecipano, in videocollegamento, Stefano Bertuzzi, chief executive officer at American Society for Microbiology (Asm); Skhumbuzo Ngozwana, CEO and president Kiara Health; Walter Ricciardi, presidente della World Federation of Public Health Associations e professore ordinario di Igiene e Medicina preventiva, Università Cattolica del Sacro Cuore. In presenza, Andrea Costa, sottosegretario di Stato alla Salute. Introduce Riccardo Zagaria, amministratore delegato di DOC Generici.
«Mai come in questi mesi il ruolo della ricerca scientifica è stato sotto i riflettori così tanto e così a lungo, coinvolgendo l’intera popolazione, senza alcuna esclusione. Per fronteggiare l’epidemia da Covid-19, inoltre, sono stati fatti importanti investimenti pubblici e privati che hanno reso possibile uno sforzo collettivo senza precedenti», spiega Zagaria. «Inoltre, ogni investimento non basta da solo: dietro ogni progetto di ricerca ci sono persone che, con determinazione, portano avanti progetti tra mille difficoltà e limitazioni. Oggi vogliamo incontrare queste persone e farci raccontare il loro percorso umano che pensiamo sia molto vicino a quello che anche DOC Generici è riuscita a fare negli anni».
Baruzzi descrive il quadro degli USA, dove la stragrande maggioranza degli abitanti nutre grande fiducia nella scienza. Purtroppo non è altrettanto confortante la percentuale di persone che sa come lavora la scienza: «Per il 35%, se non c’è investimento centrale nella ricerca scientifica, è sufficiente quanto può sostenere il privato». Negli ultimi due anni, però, molto è cambiato. È aumentata di molto la percentuale di coloro che auspicano che il mondo della ricerca si rapporti con quello della politica, perché ci si è resi conto che la ricerca viaggia tra due importanti binari: la curiosità e la risposta alla salute pubblica. «È importante che il ricercatore, quando parla con chi non si occupa di ricerca, non parli direttamente al cervello, ma parli al cuore, cercando l’empatia con le persone. Anche nel campo della scienza, la leadership non è una gara, ma un servizio da mettere a disposizione del mondo».
Ngozwana traccia il drammatico quadro della situazione pandemica del continente africano: 55 paesi, 1,3 miliardi di persone che sono state colte assolutamente impreparate ad affrontare la situazione di emergenza. A monte, vent’anni di sottoinvestimenti, strumentazioni obsolete e vuoto nelle infrastrutture minime necessarie a organizzare e gestire una campagna di vaccinazioni adeguata, in un contesto dove la diffusione del contagio avviene in tempi rapidissimi proprio per la presenza di grandi numeri di persone in piccoli spazi. «La mortalità in Africa è elevatissima rispetto al resto del mondo e molti non sanno che stanno morendo di Covid 19», spiega Ngozwana e aggiunge: «L’Africa ha bisogno di un trasferimento di tecnologie nel campo dei vaccini». La pandemia ha messo in evidenza la grande fragilità dell’uomo e della scienza: «Dobbiamo imparare ad accettare gli errori con più magnanimità e prendere coscienza che nessuno può salvarsi da solo».
Per Ricciardi è cruciale il rapporto tra ricerca scientifica e politica: «Problemi come il cambiamento climatico, le politiche migratorie, la pandemia non si possono risolvere senza prendere determinate decisioni a livello globale. Nel caso della pandemia ritengo che sia necessario sospendere i brevetti e consentire il trasferimento di tecnologie». Sul piano personale, Ricciardi definisce il suo percorso umano, nella circostanza della pandemia, come un rafforzamento delle proprie convinzioni di uomo di scienza.
Per Costa «la salute delle persone è un bene prezioso da tutelare, ma è soprattutto un diritto fondamentale dei cittadini del quale è indispensabile prendersi cura».