Con la collaborazione di SIRAM, si è svolto un incontro sulla lotta alla legionellosi, infezione batterica scoperta nel 1976 la cui diffusione è particolarmente connessa a luoghi cosiddetti “comunitari” come alberghi, impianti sportivi e luoghi di cura.
Nella sua introduzione, Gianni Gurnari si è chiesto se la verità e il destino dell’uomo è quello di essere preda delle infezioni. La risposta è no, a patto di costruire una cultura della prevenzione ed efficaci tecniche di gestione del rischio.
Maria Luisa Ricci, responsabile del Laboratorio nazionale di riferimento della legionellosi all’Istituto superiore della Sanità ha illustrato le caratteristiche del batterio e dei meccanismi di infezione, specificando che l’incidenza è di 15 casi per milione di abitanti (nel 2006 in Italia si sono verificati circa 900 casi di infezione, 6.300 in Europa), e citando le linee guida ed i provvedimenti legislativi vigenti nel nostro paese.
Carlo Favaretti, Direttore Generale dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari della Provincia Autonoma di Trento, ha illustrato le tecniche e le strategie messe in atto dall’Azienda per controllare il rischio infettivo nel suo insieme, mentre Vincenzo Romano-Spica, neo Preside della Facoltà di Scienze motorie di Roma, si è soffermato sul problema della lotta alla legionellosi nelle palestre e nei sempre più frequentati impianti sportivi, motori e ricreativi.
Bianca Caruso, Direttrice Assistenza presso l’Ospedale di Ravenna, ha presentato i diversi approcci alla gestione del rischio effettivo microbiologico e alle strategie di intervento, illustrando i modelli personale e sistemico oggi seguiti al fine di pervenire ad una cultura del rischio sostenibile, cioè quello che si è disposti a tollerare. Nessun relatore – infatti – ha mancato di sottolineare come la gestione del rischio debba contemperare efficacemente costi e benefici.
Sergio La Mura, infine, ha riferito sul piano pratico mostrando l’esperienza di Siram nel settore.
A.Cag.
Rimini, 23 agosto 2007
