Contro la politica rissosa, un’amicizia capace di dialogo e di rispetto

Redazione Web

NEL PIENO DI UNA CRISI “STRANA”, L’INTERGRUPPO PER LA SUSSIDIARIETÀ RACCONTA AL MEETING UN ANNO DI LAVORO PER IL BENE DI TUTTI

 

Rimini, 23 agosto – Dalla sua nascita nel 2003 l’Intergruppo parlamentare per la sussidiarietà tiene al Meeting la sua assise estiva per fare il punto sul lavoro dell’anno sociale trascorso. Quest’anno, l’appuntamento ha coinciso con la settimana politica più turbolenta degli ultimi tempi: una crisi politica dall’esito incerto, esasperata da un dibattito dai toni sopra le righe, da manifestazioni aspre non tanto di posizioni politiche diverse quanto di un disprezzo rancoroso per l’avversario. Una crisi di governo che stamattina non è restata fuori dalla Sala Neri UnipolSai, dove l’Intergruppo, coordinato da Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, parlava di riforme istituzionali, ma ci è entrata stemperata, filtrata verrebbe da dire, dall’amicizia che legava i parlamentari sul palco, che non parlavano per tesi giustapposte ma come se continuassero un dialogo a cui sono abituati da tempo. Gente che si rispettava e si ascoltava, pur appartenendo ad aree politiche diverse, dalla Lega al Pd, da Forza Italia ad Articolo 1. Se poi si considera che insieme a circa altri 200 parlamentari hanno elaborato tre proposte di legge trasversali, è stato evidente che ci si trovava a che fare con un fatto nuovo della politica italiana. Non un nuovo gruppo parlamentare, isolato in un mare turbolento, ma tante originali presenze, all’interno dei tanti partiti, 5 Stelle compreso, che con la testimonianza del loro agire sono un reale fattore di cambiamento.

Sette i deputati presenti: Graziano Delrio, capogruppo Pd alla Camera in collegamento da Roma, Mariastella Gelmini, capogruppo Forza Italia alla Camera, Giancarlo Giorgetti della Lega, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Maurizio Lupi, deputato di Noi con l’Italia e presidente dell’Intergruppo, Roberto Speranza, segretario nazionale Articolo 1, e Gabriele Toccafondi, del gruppo di Area Civica.

«Da una strana crisi di governo come questa», secondo Vittadini, «si esce soltanto facendo affidamento sui corpi intermedi della società, valorizzando i tentativi messi in atto da tutti i soggetti presenti in Italia, con i quali il palazzo della politica deve ristabilire un rapporto organico». Quale che sia il risultato di questa crisi, i partiti e il governo dovranno affrontare dei temi ineludibili «perché l’Italia non diventi un paese di serie B: l’educazione e la formazione professionale, uno sviluppo sostenibile che garantisca occupazione salvaguardando equità, giustizia sociale, ambiente, riforme istituzionali condivise».

Com’è nel dna dell’Intergruppo, il consenso dei parlamentari su questi punti ha avuto accenti diversi. Speranza, dopo aver difeso la costituzione («esempio di come il dialogo fra diversi riesca a produrre frutti maturi»), ha insistito per investimenti dello Stato nella sanità e nella scuola “pubbliche”, suscitando la precisazione di Toccafondi secondo cui la distinzione non è fra “pubblico” e “privato” ma fra “statale” e “non statale”. Lo stesso Toccafondi, però, ha tenuto ad aggiungere che gli ostacoli economici, sorti a questo riguardo, hanno visto l’Intergruppo dialogare e fare passi avanti al suo interno. Differenti punti di vista si sono registrati anche sull’autonomia differenziata, considerata da Speranza una «tomba per le Regioni del Mezzogiorno» e, al contrario, vista da Giorgetti come «la possibilità per il Sud di tornare alla responsabilità delle proprie azioni».

Su scuola, economia, lavoro l’intesa è più ampia. Le tre proposte di legge su “Capitale 4.0”, “Educazione”, “Sostenibilità” vedono i parlamentari in maggiore sintonia. A proposito della prima, Lupi ha ribadito l’importanza del capitale umano nel mondo del lavoro, chiedendo che ai fini fiscali l’investimento sulla formazione del personale fatto dall’azienda sia considerato alla stessa stregua dell’acquisto di un macchinario. Toccafondi si è soffermato sull’emergenza educativa, sulla necessità, condivisa da tutti gli altri, che la scuola deve formare dei soggetti responsabili, ricordando che la scuola esiste per i ragazzi che la frequentano. «Davanti al 30 per cento di disoccupazione giovanile e al 14 per cento di abbandoni scolastici» ha detto «l’Intergruppo ha presentato una proposta di legge sulle competenze relazionali, che si debbono accompagnare alle conoscenze disciplinari, chiedendo il ripristino dell’alternanza scuola lavoro, anche se in forme rivedute e corrette».

Giorgetti, a proposito della sussidiarietà, ha invitato gli altri a contestualizzare questa parola «in un mondo che non è più quello che vide nascere la Dottrina sociale della Chiesa». Secondo lui bisogna conoscere questa nuova società, questa nuova economia «molto distante dalle discussioni dei politici e dagli articoli di economia, un mondo che non conosciamo». L’esponente della Lega ha ripreso anche il tema del «distacco tra un “palazzo asocial” e una piazza troppo social, causato dalla scomparsa dei partiti tradizionali». Delrio, al riguardo, ha parlato di una fragilità del sistema Italia, della stessa società civile che, invece di essere un soggetto attivo, «reclama una presenza dello Stato più forte e protagonista».

È sulla crisi politica, ovviamente, che le differenze sono state più evidenti e poi rimarcate anche nella conferenza stampa che si è tenuta subito dopo l’incontro. Per Delrio e Speranza, il tentativo di accordo fra Pd e M5S rientra nella normale dialettica di una democrazia parlamentare e «non ha alcun senso continuare a parlare di inciucio: è una trattativa fra i due maggiori partiti politici presenti in Parlamento, come lo fu quella che l’anno scorso portò al governo giallo-verde». Secondo la Gelmini «è impossibile nel governo giallo-verde lavorare sulla sussidiarietà: M5S è ciò che più di statalista, assistenzialista e contro la crescita esista. Sono preoccupata che ancora una volta possano nascere delle maggioranze non omogenee, anche se ritengo che ci siano più punti di contatto tra Pd e M5S che tra Lega e M5S. Forza Italia è per la via del voto». Per Giorgetti l’intesa Lega-M5S «dopo un primo periodo di lavoro che ha portato a buoni esiti», l’ultimo periodo ha visto un’empasse dettata da una mancanza di metodo, frutto anche dell’inesperienza di molti. In ogni caso «è vero che sul tema della famiglia abbiamo mancato». Per l’ex sottosegretario la via è chiara: «Se andremo all’opposizione di un governo M5S-Pd-Leu, faremo finalmente opposizione seria a un governo che non ha alcun collegamento con il paese reale». È ancora possibile qualche ripensamento da parte della Lega? «Io non ho contatti. Dico solo che i dieci punti programmatici di Di Maio sono tutti del contratto con la Lega».

Vittadini, al termine, ha rilanciato il problema di un soggetto umano da costruire, senza il quale non c’è né politica né sussidiarietà né nient’altro. «Oggi occorrono posizioni ideali e identità chiare, che sconfiggano il vero nemico che è il nichilismo. L’uomo nuovo si costruisce seguendo qualcosa di vero, è un uomo che non si ferma all’analisi ma che è capace di stupirsi di quello che accade». In questa maniera tutti gli interlocutori sono fondamentali «per un’Italia che, nel dialogo, divenga un Paese dove ogni io vale e sia tutelato».

 

(D.B. G.L.)

 

Responsabile Comunicazione Eugenio Andreatta tel. 329 9540695 eugenio.andreatta@meetingrimini.org

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