Conferenza stampa Senatore Andreotti

Press Meeting

La questione mediorientale, quella delle radici cristiane dell’Europa, il suo processo e ovviamente la politica italiana, i principali argomenti della conferenza stampa del senatore Giulio Andreotti, al Meeting di Rimini.
Alla richiesta di un giudizio sulla posizione dell’allora card. Ratzinger contraria all’entrata della Turchia nell’Unione Europea, Andreotti ha detto che in fondo il negoziato è appena iniziato e si auspica sia portato avanti con molta obiettività e che il parere dell’attuale Papa potrebbe anche cambiare.
Sulla presunta reticenza di Benedetto XVI a esprimersi sulla questione mediorientale, Andreotti ha ricordato che il Pontefice, in continuità con il predecessore, nell’incontro alla Sinagoga di Colonia, ha mostrato un approccio positivo nei confronti dell’argomento; e lo stesso ha fatto con gli islamici. Il problema secondo Andreotti è quello di non confondere Islam e terrorismo: il modo migliore per difendere le radici cristiane è quello di fare una politica cristiana; che poi le famiglie battezzino o meno i propri figli è una questione marginale.
Anche sulla vicenda Fazio il senatore è stato molto chiaro: esprimendo solidarietà al Presidente della Banca d’Italia, ha precisato che le modifiche che si vogliono portare avanti non debbano avvenire come una “caccia all’uomo” e devono contenere una norma transitoria valida per il dopo-Fazio.
Rispondendo ad una domanda sul processo subito in questi anni, Andreotti ha detto di considerare i magistrati come dei “sacerdoti civili”, che come quelli religiosi ogni tanto escono di strada. Il concetto di indipendenza della Magistratura non è aiutato se le nomine vengono fatte su base nazionale.
Il senatore ha fatto un paragone tra le due guerre in Iraq, definendo ingiusta l’ultima e fondata al contrario su motivazioni valide quella del 1990.
Invitato a ritornare sulle radici cristiane dell’Europa e su una possibile libertà a rischio nell’Unione Europea, Andreotti ha risposto dicendo che i motivi di preoccupazioni oggi sono minori rispetto a quando esisteva ancora l’Unione Sovietica: certamente è una scelta da rispettare, anche se non condivisibile, quella del governo Zapatero di legalizzare il matrimonio tra omosessuali.
In conclusione, a una domanda sulla possibilità di cambiare la Costituzione e in particolare di aumentare i poteri del Presidente del Consiglio, Andreotti ha risposto che a suo avviso il momento migliore per farlo è dopo una vittoria elettorale: farlo prima potrebbe equivalere, in caso di sconfitta, a una sorta di “donazione di sangue”, un regalo gratuito al governo successivo.

G.F.I.
Rimini, 24 agosto 2005.