Dopo aver espresso la sua gioia per essere presente a questa edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli, S. Em. Card. Christoph Schönborn ha anticipato nel corso della conferenza stampa i punti centrali dell’intervento che esporrà alle 17 in Auditorium nell’incontro dal titolo “Ragione ed evoluzione”.
Stupito per il clamore e il dibattito che ha suscitato un suo intervento su questo argomento pubblicato sul New York Times nel luglio scorso, Schönborn afferma che “la discussione su questa questione è accesa ed è nell’aria”.
Per il Cardinale “il dibattito in corso non è relativo al rapporto tra scienza e fede, ma a quello tra scienza, ragione e fede”; inoltre “l’insistenza che anche Papa Benedetto XVI ha sempre posto sull’essenzialità del ruolo della ragione”. Schönborn è persuaso del fatto che “la fede agisce come apertura dell’orizzonte conoscitivo, ma non si sostituisce alla ragione, la rinforza e la sostiene”. E’ necessario dunque “capire quali sono i presupposti che guidano l’azione scientifica: ci sono interpretazioni delle teorie che entrano in conflitto con la fede ma anche con la ragione: l’approccio deve essere ragionevole”.
Schönborn ha poi esplicitato il punto centrale della sua relazione, attraverso l’utilizzo della metafora delle “due scale”, quella di Darwin e quella di Giacobbe: la prima spiega un processo evolutivo orizzontale, la seconda verticale, richiamando la discesa degli Angeli sulla terra come esplicitazione del nesso tra Dio e l’uomo. Secondo Schönborn “è necessaria una sintesi tra le due scale, così come devono essere in relazione anche la storia della creazione descritta nella Genesi e la teoria evolutiva di Darwin”. Schönborn ha notato come “in un mondo dominato dal progresso scientifico la teoria di Darwin è l’unica accettata e presa in considerazione, mentre la storia della Genesi è considerata al pari di un racconto mitologico”.
Ha poi esposto con chiarezza come “c’è diversità tra teoria scientifica dell’evoluzione di Darwin e ideologia darwinista, che tramuta la teoria dell’evoluzione in evoluzionismo, trattandola come un dogma da prendere così com’è senza che possa essere discusso liberamente”. Analogamente anche il creazionismo che considera il testo biblico come un testo scientifico inconfutabile “non è l’approccio corretto”.
Secondo Schönborn “l’evoluzionismo come ideologia ha un forte impatto nella società” e cita il nesso che ha con alcune concezioni neoliberiste, pedagogiche e bioetiche.
Rispondendo alle domande, ha descritto le caratteristiche di un incontro su queste tematiche a cui parteciperà su invito di Papa Benedetto XVI e ha precisato che “la Chiesa parla di creazione, mentre il creazionismo non può essere da essa seguito”; inoltre “la Chiesa su queste concezioni e sulle sue ricadute in bioetica è avanti, difende la vita, rispetto ad alcune concezioni di quest’ultima emerse negli ultimi anni”.
Schönborn ha concluso rispondendo ad una domanda su un’affermazione di Papa Giovanni Paolo II che esprimeva attenzione per la teoria dell’evoluzione darwinista: “la teoria dell’evoluzione è cresciuta attraverso la ricerca scientifica e va tenuta in considerazione, ma tuttora presenta dei punti poco chiari o contraddittori sui quali occorrerebbe un dibattito aperto e sereno; purtroppo una visione ideologica di questa teoria rende difficile una discussione e un reale confronto costruttivo sulle sue lacune e mancanze”.