Conferenza stampa, ore 13, con Kwaje, Mantica, Mauro, Mohmed

Press Meeting

Il portavoce del Meeting Robi Ronza ha sottolineato, aprendo la conferenza stampa, cui era presente anche S. Mons. John Baptist Odama, Arcivescovo di Gulu, la rilevanza dell’incontro del Meeting che si era appena concluso: “Africa: la sfida della pace”. A tema, la situazione del Sudan e altri casi dell’Africa nera. Kwaje e Mohmed, ha segnalato Ronza, hanno dichiarato che, grazie al Meeting, è la prima volta che si incontrano personalmente.
Samson Lukare Kwaje – Commissario dell’Informazione e Portavoce Ufficiale del Movimento di Liberazione del Sudan (SPLM) – è stato interpellato sul referendum che dovrà definire i rapporti istituzionali delle regioni del Sud col Nord del Paese: unità, federazione, secessione? “Non imporremo nessuna scelta”, ha dichiarato Kwaje, “ci atterremo ai protocolli. A nostro giudizio, è prioritaria l’unità, ma deve anche essere resa interessante: di questo problema è responsabile il governo unitario del paese”.
A giudizio di Ahmed Abdel Rahman Mohmed, al Meeting come Segretario Generale del Consiglio Internazionale dell’Amicizia fra i Popoli (Sudan), ma anche figura di rilevo dell’ambiente di governo, “non esistono in Sudan contrasti e scontri tra cristiani e musulmani. Ciononostante c’è nell’informazione occidentale un’immagine distorta su di noi. In Sudan è stata compiuta una svolta”.
Sulla stessa questione, diverso il giudizio di Kwaje. “Sono d’accordo nel dire che tra la popolazione civile non esistono scontri. Ma non sono d’accordo su altri aspetti. La religione viene usata dal governo, a maggioranza musulmana, per fini politici”. Kwaje ha indicato due questioni: che non vengono rilasciati permessi di edificare chiese e che, se il Sud sarà esonerato dalla legge islamica, la sharia, questa resta vigente nel Nord. “Forse non si può parlare di persecuzione”, ha commentato Kwaje, “ma di limitazione della libertà sì”.
“Diversamente da quanto vale per la religione cristiana”, ha aggiunto Mohmed, “per l’Islam lo Stato e la religione sono strettamente connessi. Noi abbiamo ritenuto, con l’accordo di Machakos, che nel Nord, a maggioranza islamica, dovesse applicarsi la sharia. I protocolli firmati sono la ‘conditio sine qua non’ della pace”.
Mauro Mauro, Vice Presidente del Parlamento Europeo, si è detto orgoglioso del ruolo svolto dall’Italia nei confronti dell’Africa: “Si è affermata una considerazione del continente africano, a prescindere da interessi contingenti”.
“Ci siamo posti come protagonisti della pacificazione”, ha ribadito Alfredo Mantica, Sottosegretario al Ministero degli Affari Esteri con delega per l’Africa, che ha aggiunto: “La prima volta in cui i G8 hanno parlato di Africa è stato a Genova”. Il Sottosegretario ha sottolineato il ruolo dell’Italia rispetto all’Africa esprimendo apprezzamenti anche per quanto ha fatto il nostro Paese nel Mozambico.

V.C.
Rimini, 26 agosto 2004