CONFERENZA STAMPA ORE 13 CON BONANNI, DAMIANO E RAMAZZA

Press Meeting

“Negli anni ’70 lo slogan era lavorare meno per lavorare tutti, adesso è lavorare tutti e lavorare di più: secondo me, lo slogan più adeguato dovrebbe essere lavorare tutti e lavorare meglio”. Con queste parole il Ministro del Lavoro Cesare Damiano ha espresso la sua opinione sul titolo dell’incontro in programma alle ore 15. Dopo aver specificato che è opportuno aumentare il numero di persone che lavorano, ma soprattutto che occorrerebbe migliorare la qualità del lavoro e della sua organizzazione, ha espresso in modo molto chiaro e preciso il suo giudizio sul protocollo di riforma dello stato sociale siglato in accordo con le parti sociali. “È il migliore da 25 anni a questa parte: nel periodo 2008-2017 sarà dedicata allo stato sociale una cifra intorno ai 40 miliardi di euro, con incentivi per gli ammortizzatori sociali e il salario di produttività. Questo protocollo può essere definito, in una parola, acquisitivo, rispetto ad altri stipulati in passato che erano di scambio (io ti do qualcosa e tu mi restituisci); nel nostro caso invece vi sarà solo restituzione sociale, per le fasce più deboli, come anziani, giovani, donne e precari”. Il ministro ha poi difeso l’attività del Governo nella lotta contro il lavoro nero e la precarietà ed ha elencato una serie di misure contenute nel protocollo, tra le quali l’aumento delle pensioni minime per la fascia di anziani over 64 con meno di seicento euro al mese, i controlli nei cantieri per bloccare le attività non in regola e le facilitazioni per i giovani che desiderano riscattare la laurea, sostenendo che “quando penso a tutte queste cose penso che abbiamo lavorato bene e prodotto cose buone, principalmente a favore dei deboli”.
Sul protocollo si è espresso anche Raffaele Bonanni, Segretario generale della CISL: “Concordo con Damiano: non si vedeva da più di vent’anni un documento così, che interviene su fasce di lavoratori che non venivano toccate da molto tempo”. Bonanni ha poi ribadito il sostegno della CISL ad alcune misure come l’incentivo sugli straordinari e il sostegno per le imprese che praticano il secondo livello di contrattazione. “Tutto questo va bene ma non basta” – ha precisato – dopo l’accordo sul Welfare bisogna stipularne uno su infrastrutture ed energia, che ha oggi un costo troppo elevato”. Inoltre “i salari italiani sono troppo bassi rispetto ad altri paesi europei e c’è una cattiva redistribuzione”.
Nel dibattito è intervenuto anche Alessandro Ramazza, Presidente di Obiettivo Lavoro, che ha espresso il punto di vista di un operatore privato che svolge il ruolo di agenzia per il lavoro: “Innanzitutto su queste questioni si deve partire dai dati e dai fatti, non da considerazioni astratte o ideologiche. Per esempio il 27,5% delle persone che abbiamo avviato al lavoro lo scorso anno avevano più di 50 anni, e questo è un elemento che va considerato, accanto al fatto che un quarto invece erano stranieri: occorre tenere conto di questi cambiamenti”. Il suo auspicio è che, rispetto al protocollo sul Welfare, “sulla parte relativa agli ammortizzatori sociali vengano esplicitate meglio le misure concrete che si vogliono adottare” e che venga favorita la sussidiarietà: ad esempio, che “nel caso del ricollocamento questo non sia delegato esclusivamente ai centri pubblici per l’impiego ma anche alle agenzie private”.
Sul tema tanto dibattuto in questi giorni della fiscalità Bonanni ha affermato di condividere “quello che ha detto Bertone: tutti devono pagare le tasse, se no non c’è democrazia e giustizia, oltre al fatto che aumentano le tasse per chi già le paga”.
Il Ministro del Lavoro, sollecitato dai giornalisti, ha poi detto la sua sulle spaccature che sono emerse nella maggioranza di governo sul protocollo sul Welfare, sostenendo che “sono da sempre stato a favore della concertazione; il conflitto è l’estrema ratio a cui ricorrere a seguito dell’impossibilità di stipulare accordi, non ha senso a prescindere. Trovare un accordo è complicato e richiede un grande sforzo, per questo va difeso.”, e ancora “Non si può essere forza di lotta e di governo quando si è al governo: va bene quando si è all’opposizione. Quando si è al governo è un controsenso, deve sempre prevalere l’etica della responsabilità e della difesa di quello che si fa, del lavoro che si svolge: l’Unione dovrebbe girare le piazze d’Italia a dire le cose buone contenute nel protocollo e non criticarlo come fanno alcuni”. In merito alla possibilità di modifiche al protocollo stipulato, “Se dovessero sorgere equivoci sulla corretta interpretazione di alcuni punti del protocollo (come quello sui contratti a termine) li chiariremo, ma sempre e solo in accordo con le parti sociali. Poi il Parlamento agirà in piena autonomia.” Ha poi nuovamente ribadito che “non è vero che non stiamo applicando il programma: se si continua a tirare la corda prima o poi si spezza, cade il governo e non ci sarà più poi un governo di centrosinistra”.
Bonanni ha molto apprezzato la presa di posizione di Damiano sul coinvolgimento delle parti sociali come unici soggetti chiamati ad esprimersi su possibili modifiche sostenendo che “proprio da un punto di vista sussidiario, sono le parti sociali che si devono esprimere sulle questioni che le competono, mi sembra che spesso invece si seguono da molte parti piste politiche e non autonome”. Su possibili modifiche al protocollo ha dichiarato che “un accordo mette insieme posizioni diverse, per cui è molto delicato e se si decide di stipularlo lo si prende tutto così com’è, con le parti che si condividono e quelle che si condividono meno; se se ne si modifica una parte lo si spacca tutto. Secondo noi l’accordo non va modificato e il Governo dovrà presentarsi unito davanti al Parlamento”.
Infine ha espresso la sua posizione sulle due manifestazioni organizzate in autunno pro e contro la legge Biagi: “quella contro non la condivido, sono vicino alla seconda ma vorrei che fosse bipartisan, cioè che realmente chi condivide la legge possa incontrarsi per difenderla e capire anche in che modo migliorarla. Forse sarebbe meglio organizzare un incontro su questo più che una contromanifestazione che avrebbe solo il sapore di uno scontro di dialettica politica”.

M. C.
Rimini, 21 agosto 2007