Conferenza stampa Mazzotta Vignali

Press Meeting

Una politica fiscale che penalizzi rendite e privilegi e sostenga chi fa impresa e produce, dalle aziende alle famiglie; la promozione del capitale umano, unica condizione per una vera rivoluzione; l’orgoglio e il piacere di produrre e fare impresa, nell’economia come in politica; un giudizio sulle grandi manovre in corso nel mondo bancario italiano.
Nella conferenza stampa del presidente della Banca Popolare di Milano, Roberto Mazzotta, e di Raffaello Vignali, Presidente della Compagnia delle Opere, i contenuti degli incontri organizzati dalla Cdo insieme alla Fondazione per la Sussidiarietà si sono intrecciati con quelli di più stretta attualità economico-finanziaria. Ad una precisa domanda sul futuro delle banche, Mazzotta ha risposto che “in questo campo non esiste un terzo sesso: o si è ‘maschi’ io si è ‘femmine’”. “Intendo dire – ha spiegato – che chi non è banca di territorio o non è banca di dimensioni europee, questi stanno stretti e il loro futuro sarà per forza problematico”. Mazzotta ha anche chiarito l’intenzione della Popolare di Milano di restare fedele alla sua identità, pur non escludendo il sistema delle partecipazioni. “Le Popolari – ha detto – hanno un elemento caratteristico: la mutualità, cioè la possibilità di servire in maniera specifica le economie e la società di un territorio di riferimento. La contropartita è il vantaggio di stabilità determinato dal voto capitario, che determina, anche per le banche quotate in borsa, un regime di più difficile scalabilità”. Sulle vicende della Banca Popolare di Lodi, Mazzotta ha elegantemente glissato la domanda di un cronista: “capisco le sue esigenze e le rispetto – ha risposto – ma lei deve capire le mie”.
Il presidente della BPM ha anticipato la sua idea di gratuità che espliciterà questo pomeriggio: “non si tratta di beneficenza – ha chiarito – ma di capire che le cose si fanno per una contropartita che non è solo una questione di prezzo ma anche il piacere di fare perché si ama quello che si fa e si ha l’orgoglio di farlo. L’imprenditore, nel suo gusto di fare, è utile alla società”.
In precedenza, Vignali aveva rivendicato “più libertà per tutti”, indicando nella parola “sussidiarietà” la chiave di volta dei rapporti fra stato, persona, società ed economia e chiedendo che “chi vale possa fare e non che valga solo chi ha potere”. Da questi presupposti, Vignali ha fatto scaturire importanti proposte operative, che verranno verificate in questi giorni, cercando di realizzare delle convergenze che vadano oltre gli stereotipi dei blocchi politici contrapposti. Fra queste: una reale libertà di scelta in tutti i campi (scuola, sanità, economia, assistenza) “all’interno di poche e chiare regole”; un incentivo agli investimenti delle aziende con diminuzione della tassazione dei redditi di impresa (oggi oltre il 40%) e al tempo stesso aumento del prelievo fiscale su quelli finanziari (oggi al 12%).”Non si può continuare a premiare chi chiude le aziende e vive di rendita e penalizzare quanti tengono duro e salvano i posti di lavoro – ha concluso Vignali – Continuare a non tassare adeguatamente le rendite è come ostinarsi a ballare sul Titanic”.

D.B.
Rimini, 21 agosto 2005