Sandro Gozi, Presidente Comitato Schengen, Immigrazione ed Euroopol, ha aperto la conferenza stampa esprimendo la sua soddisfazione nel constatare che l’odierno incontro del Meeting (“È ancora possibile la pace nella terra dei cedri?”) si è rivelato un’ottima occasione di dialogo su una questione che riguarda anche l’Europa.
“È bene che la Siria tenga giù le mani dal Libano”. È il monito lanciato da Mario Mauro, Vice Presidente del Parlamento Europeo, il quale, a proposito del ripristino di una pace duratura in Libano, ritiene necessario anche che Israele cessi i tentativi di risolvere i problemi di sicurezza interna fomentando le tensioni in Libano e che gli Stati Uniti facciano maggiore attenzione nel valutare tutti i fattori in gioco. Per essere di aiuto alla nazione libanese, l’Europa deve essere unita, mettendo in luce quali sono i reali fattori in gioco.
Tarek Mitri, Ministro degli Esteri ad interim e della Cultura della Repubblica Libanese, ha espresso la sua gratitudine al governo italiano per la tempestività nell’intervento con la Forza Multinazionale in Libano in difesa della democrazia e unità nazionale. L’Italia non si è lasciata intimidire e non ha ceduto alla tentazione di cedere ai ricatti e rendere l’indipendenza del paese dei cedri moneta di scambio degli interessi di altri paesi.
Interrogato sul ruolo dei cristiani maroniti nelle prossime elezioni presidenziali Mitri ha riconosciuto il loro contributo nell’aver reso il Libano un ponte tra il mondo arabo e l’Europa, e si è detto convinto che la pluralità di voci all’interno della compagine cristiana possa contribuire alla costruzione dell’unità nazionale del paese. Del resto, l’attuale Presidente della Repubblica è un cristiano maronita ed è chiamato a garantire il corretto svolgimento democratico delle prossime elezioni, in qualità di presidente di tutti.
Quale ruolo hanno i libanesi nella difesa della libertà della propria nazione? Nel rispondere alla domanda il ministro libanese non ha nascosto che sono i libanesi a doversi ritenere i primi responsabili: tuttavia il Libano non può fare a meno dell’aiuto dei Paesi della Comunità Internazionale, i “suoi amici” per resistere alle interferenze di Siria e Iran.
V. V.
Rimini, 22 agosto 2007