“La fusione fra Banca Intesa e Sanpaolo_Imi, di cui si parla in queste ore, è un fatto assolutamente positivo e del tutto coerente con il quadro europeo. Andava fatta prima. Questo tipo di processo, necessario e fondamentale, sarebbe stato possibile 10 anni fa se non ci fosse stato un certo tipo di governo, di ideologia di controllo da parte della Banca d’Italia. Per più di 10 anni il sistema italiano è stato bloccato da un meccanismo non liberale di condizionamenti politici o dintorni. È bastato rimuovere questi fattori di blocco per avere un effetto positivo per la nostra economia”. Il giudizio è di Giulio Tremonti, già ministro dell’economia con Berlusconi, oggi vicepresidente della Camera dei deputati, che ha partecipato alla conferenza stampa insieme al segretario generale della Cgil. Tremonti ha dato invece un giudizio severamente negativo del decreto Bersani sulle liberalizzazioni, ritenendolo dannoso per l’economia del Paese e, a proposito delle farmacie, ha annunciato che Forza Italia chiederà la vendita da parte dei comuni di tutte le farmacie municipali.
In materia di sviluppo economico, l’ex ministro ha poi ricordato il quadro apocalittico delineato alcuni mesi da chi oggi è al governo. “Adesso mi pare di capire – ha commentato – che l’economia italiana è in ripresa, che i conti pubblici non vanno così male, che le famiglie hanno passato la sindrome della terza settimana e anzi che qualcuna ha raggiunto la quinta” Quanto alle responsabilità della politica, in materia di crescita economica, secondo Tremonti vanno ricondotte ad alcuni settori di intervento: il mercato del lavoro, le infrastrutture, l’energia e la tenuta del sistema finanziario.
Richiesto di un giudizio sui primi 100 giorni del governo Prodi, Epifani ha salvato la politica estera (vedi l’iniziativa nella crisi israelo-libanese), le politiche del ministro Bersani in materia di liberalizzazione, la correzione della manovrina “che non ha inciso né sui redditi né sugli investimenti”, le decisioni del ministro Amato in fatto di immigrazione. Quanto alle scelte da fare, in modo particolare quelle della Finanziaria, per Epifani “si tratta di capire come la necessità di tenere sotto controllo la dinamica del bilancio pubblico si sposi con il bisogno di non ridurre questa ripresina e di porre molta attenzione agli investimenti nella sanità, nella scuola e nella formazione”. Per Epifani uno dei banchi di prova del governo sarà l’occupazione: “occorre ridurre la precarietà del lavoro e distinguere fra flessibilità funzionale e precarietà da combattere in maniera efficace”.
Tremonti ha detto che con il decreto di luglio “a carico dell’economia italiana c’è più di un miliardo di atti contabili con i connessi costi in più. Non mi sembra che questa sia la via per la competitività del paese. I nostri competitori, India e Cina, sono gravati da oneri burocratici eccessivi: noi ci stiamo spiazzando con le nostre mani”.
Tremonti boccia il decreto sulle liberalizzazioni su tutta la linea. Banche: “non ci saranno conseguenze positive per i consumatori. La nostra proposta era la portabilità del conto bancario come per i telefonini, quella sarebbe stata una spinta alla competizione fra le banche. Poi a carico dei cittadini e a favore delle banche c’è l’apertura incredibile di un nuovo mercato di servizi che deriva dal fatto che l’uso della carta moneta in un importante comparto dell’economia diverrà non solo vietato ma punito. Il carico di costi per la comunità sarà impressionante.”
Taxi: “secondo il titolo V della Costituzione, lo Stato non può intervenire sul trasporto locale. E poi sarebbe bastato andare nelle migliaia di stazioni ferroviarie italiane (a parte le grandi metropoli) per rendersi conto che non ci sono viaggiatori in attesa dei taxi ma file di taxi in attesa di clienti”.
Professioni: “ci saranno tariffe più basse e spese più alte”.
Passaggio di proprietà delle auto: “è una cosa già fatta da noi e comunque i comuni non sono in grado di fare le volture”.
Quanto a Rutelli (che qui al Meeting, a proposito della gradualità delle riforme, aveva citato Mark Twain) Tremonti ha ricordato che la madre dello scrittore lo invitava a studiare perché chiunque sarebbe potuto diventare presidente:” Rutelli – ha aggiunto l’esponente di Forza Italia – è arrivato a fare soltanto il vice”.
Sulla fusione Inps Inpdap né Epifani né Tremonti hanno detto di avere pregiudiziali. Per Epifani, comunque, occorre capire bene tempi e modalità.
Tremonti è poi tornato sulla fusione delle due grandi banche Intesa e Sanpaolo. “Per tanti anni – ha detto – la difesa dell’interesse economico nazionale è stata fatta nel modo sbagliato, nell’illusione che tutto il processo di integrazione europea potesse essere in qualche modo governati con l’uso e l’abuso di una regolamentazione domestica. Questo ha costituito un limite per la nostra economia. Come ministro ho indicato gli effetti limite di questo assetto e in qualche modo contribuito a smontarlo. Con operazioni come questa di Intesa Sanpaolo, il paese finalmente cessa di essere terra di conquista in materia di banche”.
In margine alla conferenza stampa, Epifani è intervenuto sulla vicenda dei call center. “Bisogna aprire un tavolo di confronto per tutti i call center italiani modo tale che si possa affrontare con attenzione la gestione di questo problema. Va da sé che gran parte dei lavoro che si svolge lì è lavoro dipendente che viene mascherato in altre forme per ragioni di convenienza di costi. Credo che questo problema vada sanato.”