Conferenza stampa di Enrico Flamini

Press Meeting

Rimini, martedì 21 agosto – “Di Enrico Flamini, planetologo e coordinatore scientifico dell’Agenzia Spaziale Italiana nonché membro del team che ha effettuato la storica scoperta di acqua allo stato liquido sotto la superficie di Marte, si è occupata ampiamente nei mesi scorsi l’importante pubblicazione internazionale “Science”, ha sottolineato Eugenio Andreatta, introducendo la conferenza stampa di oggi alle 15.30 nella sala Ravezzi, Hall Sud, che ha visto protagonista il celebre scienziato. “Una scoperta, ha aggiunto, che fa onore alla scienza italiana”. La scoperta senza precedenti, grazie al radar MARSIS di un lago di una ventina di chilometro di estensione di acqua allo stato puro, è stata annunciata dall’Agenzia Spaziale Italiana dopo anni di lunghe e intense analisi e ricerche di un team di 22 persone tutte italiane, impegnate proprio nella ricerca di tracce di acqua liquida sotto la superficie.

“Che l’acqua fosse stata abbondante in passato su Marte lo avevamo già capito dai dati dei Viking – ha sottolineato Flamini –. Che uno o due miliardi di anni fa Marte fosse un pianeta con laghi o oceani in superficie lo sapevamo. Il punto è che dagli anni dei Viking si è cominciato a dire: ‘Ma c’era tanta acqua, che fine ha fatto?’. Molta è rimasta intrappolata nelle calotte polari, un’altra parte, quella gassosa, è stata portata via dal vento solare. È stato un lavoro lunghissimo, perchè è dal 2005 che abbiamo iniziato ad accumulare dati. Abbiamo iniziato ad avere qualche sospetto – perchè poi bisogna coprirlo tutto Marte, è grande come tutti i continenti della Terra messi insieme come superficie”.

“Che implicazioni possibili ha questa scoperta anche per la scoperta di forme di vita?”, chiedono i giornalisti presenti. “Che fosse possibile che ci fosse acqua era supponibile anche per una possibilità osmotica. C’è il modello di accrescimento dei pianeti, per il quale l’acqua deve essere stata necessaria fin dalla loro formazione. E che quindi non tutta necessariamente è arrivata con le comete. Si era già scoperta via via l’esistenza di superfici di acqua liquida sui satelliti di altri pianeti: Europa, Titano, Encelado, in forma di veri e propri oceani. Per ora su Marte siamo certi che vediamo un bel lago d’acqua… però sulle possibilità di vita… Questo lago è coperto da 1.500 metri di materiale sopra, completamente schermato dalle radiazioni ionizzanti che su Marte sono molto forti perchè non avendo campo magnetico non ha nessuno scudo contro il vento solare e altri tipi di radiazioni. Quindi direi di sì, sono delle condizioni che a priori possono essere favorevoli a mantenere o aver sviluppato forme di vita”.

“Quando tempo – viene ancora chiesto – dovremo allora aspettare perché la tecnologia ci riveli la certezza di una presenza di vita su Marte e quale ritorno tecnologico queste scoperte potranno avere anche sulla terra?”. “Nel 2020 avremo a disposizione ExoMars che con la nostra trivella a bordo perforerà fino a due metri. Se troviamo qualcosa lì nel ghiaccio, anche in quel caso ben schermato dalle radiazioni, a quel punto avremo uno strumento in grado di vedere la vita se c’è. La scoperta può avere anche un ‘ritorno’ ad esempio per la ricerca di acqua nelle zone desertiche del nostro pianeta”.

(M.T.)

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