Maurizio Lupi illustra ai giornalisti l’iniziativa dell’intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà, che sarà nel pomeriggio presentata anche al popolo del Meeting dai fondatori stessi, nell’incontro dal titolo: “Politica per il popolo, politica del popolo”. Si tratta di un’intesa davvero trasversale, composta da 250 parlamentari che reputano ormai intollerabile la situazione politico-istituzionale del paese e sostengono un bipolarismo costruttivo e non distruttivo. Punti fermi del documento, che promuove e fonda l’iniziativa, sono il capitale umano come ricchezza del Paese; meno finanza, più economia reale; sussidiarietà orizzontale; sussidiarietà verticale fino all’Europa; lotta alle rendite. Ciò detto, sono tre le iniziative concrete che l’intergruppo proporrà alla ripresa dei lavori parlamentari: la riforma costituzionale, la riforma del Patto di Stabilità in Europa, la riforma del risparmio.
Angelino Alfano individua nel consociativismo il male della Prima Repubblica, nell’estrema litigiosità la condanna della Seconda Repubblica. Perciò l’intergruppo sostiene il dialogo, ma non al fine di produrre carta, bensì leggi.
Pier Luigi Bersani ribadisce la convinzione che l’Italia ha bisogno di una piattaforma di dialogo, di valori condivisi che vengano prima di tutte le diversità partitiche, per favorire il confronto.
Enrico Letta, dopo aver ricordato Enzo Baldoni, sottolinea come i punti scritti nel documento non siano formalità, ma proposte forti, ed anche in controtendenza, che vogliono essere una “pietra di inciampo” per la follia che abitualmente contagia la politica italiana.
Ermete Realacci non vuole essere considerato un nostalgico di ciò che c’era prima, perché quello che il documento predica è che questi parlamentari credono possibile un altro bipolarismo: tra di loro non si sentono nemici, ma riconoscono una base comune, un bene comune condiviso.
Una serie di domande, a questo punto, permette ai parlamentari di puntualizzare alcuni concetti.
Alfano si augura che il dialogo rappresentato dall’intergruppo (in particolare il confronto circa un tema importante come le riforme costituzionali) sia contagioso e possa diffondersi all’interno del Parlamento.
Realacci, rispondendo alle provocazioni circa la presenza quest’oggi di Epifani al Meeting, dichiara di aver apprezzato l’intervento del Segretario Generale della CGIL, così come di aver gradito molti passaggi dell’intervento di Giorgio Vittadini allo stesso incontro.
Sempre a riguardo di Epifani e di una sua possibile diversa concezione del concetto di “pubblico”, Lupi legge la definizione di tale parola data sul documento presentato: “Pubblico non è ciò che appartiene allo Stato, ma ciò che contribuisce al bene comune”. Non costituisce, tra l’altro, un problema che su qualche argomento si possano avere opinioni diverse: senza un’identità e delle idee forti non ci può essere dialogo, e questo Paese si è indebolito anche per un annacquamento delle identità.
Sulla stessa linea di pensiero è Bersani: anche Epifani potrebbe apprezzare una tale definizione di “pubblico”. La presenza di Epifani è, per lui, un bel segnale, perché l’Italia, come già detto, ha bisogno di gente che dialoghi: eventuali polemiche sono del tutto incomprensibili.
In conclusione Bersani e Letta fanno alcune considerazioni sulla situazione economica del paese e sui piani di Siniscalco, tutti da verificare. Letta, inoltre, affronta anche il tema dell’Alitalia e dichiara pieno sostegno al lavoro di Cimoli nell’azienda, in un momento per essa così difficile.
E. M.
Rimini, 27 agosto 2004