Da diversi tempo, quelli dell’Intergruppo Parlamentare per la Sussidiarietà sono ospiti fissi del Meeting di Rimini, “occasione, ogni anno – ha detto Maurizio Lupi, deputato di Forza Italia – per fare il punto sulla nostra attività”. Lupi ha precisato che all’Intergruppo hanno aderito in 290, fra deputati e senatori, praticamente di tutti i partiti, e ha ricordato come il primo successo di questa aggregazione sia stato il 5 per mille: il diritto dei contribuenti di decidere come impiegare una parte, seppur minima, delle tasse che pagano. A questo proposito, l’Intergruppo ha già due nuovi cavalli di battaglia: rendere strutturale il 5 per mille, per non doverlo riproporre di anno in anno; togliere il tetto di finanziamento che fissa a 250 milioni la cifra massima da destinare al 5 per mille in ogni Finanziaria.
Il Gruppo trasversale ha altri 3 obiettivi: la riforma elettorale, su cui ci si confronterà a settembre; la legge quadro sul non profit; la cooperazione internazionale. “Noi – ha spiegato Lupi – abbiamo un vasto orizzonte di intervento, ma vogliamo delineare alcuni obiettivi concreti, per dimostrare che il bipolarisamo mite non è una vuota formula ma perviene a risultati pratici”. Gianni Alemanno, deputato di An, a proposito della riforma elettorale, è fiducioso che l’Integruppo “possa creare un terreno di confronto fra i vari partiti per poter arrivare ad un’intesa”.
Anche sul tema delle tasse potrebbe maturare qualche proposta dell’ Intergruppo, visto che tutti i presenti hanno ammesso che la pressione fiscale è troppo alta. Per il momento, però, all’orizzonte c’è una manifestazione del centro destra, il cosiddetto “tax day”, da tenersi il prossimo autunno. “Non si tratta di una boutade agostana – ha chiarito Lupi – Sarà una manifestazione popolare, che servirà al centro destra per avanzare proposte alternative in materia fiscale”.
A una domanda sulle dichiarazioni di Veltroni sul rischio che il Partito Democratico corra da solo alle prossime elezioni, Enrico Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha risposto che “dipende dalla legge elettorale, che è una riforma fondamentale per chi vuole un bipolarismo mite”. Letta ha anche sottolineato il ruolo fondamentale dell’Intergruppo per la Sussidiarietà nella creazione di un clima positivo tra i poli. La sussidiarietà che, secondo il candidato alla segreteria del Partito Democratico, vuol dire “centralità del cittadino consumatore”, deve diventare “il dna delle grandi forze politiche popolari”. E il Partito Democratico deve diventare il “partito della sussidiarietà”, sul modello wikipedia. “Sogno un wikipartito democratico”.
Sulle tasse, Letta chiede una “tregua fiscale”, con l’obiettivo di una “graduale discesa della pressione del fisco, diversamente ripercorreremmo gli errori del passato e sbagliare sarebbe diabolico”. Il sottosegretario si è detto poi d’accordo con le dichiarazioni di Bersani per una concorrenza per la segreteria del Pd “amichevole e colloquiale”. Poi ha lanciato una proposta: “riformiamo le pensioni dei parlamentari, sarebbe un gesto di responsabilità e di credibilità verso i cittadini”. In chiusura Letta è tornato anche sul metodo di costruzione del Pd: “un percorso con luci e ombre e io ho sempre denunciato queste ombre”. “Giudico sbagliato – ha esemplificato – l’obblico dell’iscrizione per chi verrà a votare alle primarie perché verranno escluse intere categorie”.
Ermete Realacci, Presidednte Commissione Ambiente della Camera dei Deputati – ha sottolineato l’importanza del referendum elettorale per aumentare “il peso dei cittadini” nella politica. “L’Intergruppo e il Meeting – ha detto Realacci, “vanno nella giusta direzione di valorizzare ciò che il nostro paese esprime”. E ha apprezzato la proposta di Tremonti di ripristinare l’alzabandiera nelle scuole. “Occorre valorizzare la parte indivisa del paese”.
Sul tema del finanziamento pubblico ai partiti, Ugo Sposetti, tesoriere dei Ds, ha difeso le sue posizioni: “ho solo detto che c’è un solco profondo tra la politica e i cittadini e che tutti devono fare uno sforzo per colmarlo”. Ha invitato a guardare l’esperienza del è 5 per mille. “Nessuno sospettava – ha spiegato – che ben 16milioni di persone avrebbero scritto un codice fiscale per destinare le proprie tasse ad associazioni ed enti no profit”. Ha poi sottolineato che nel Dpf del governo c’è l’impegno a rendere il 5 x mille perenne. In chiusura Sposetti ha criticato l’idea di “una democrazia senza partiti”. Sulla tregua fiscale ha osservato che il problema non è solo “quante tasse si pagano, ma soprattutto gli eccessivi adempimenti”.
D.B. A. Cap.
Rimini, 24 agosto 2007