Si è svolta la conferenza stampa a margine all’incontro intitolato: “Pensioni, privilegio di pochi o diritto di tutti? Note per una riforma possibile”, al quale hanno partecipato Alberto Brambilla, Sottosegretario al Ministero del Welfare; Guidalberto Guidi, Presidente de Il Sole 24 Ore e Vice Presidente Confindustria; Fausto Marchionni, Amministratore Delegato e Direttore Generale Fondiaria-SAI s.p.a.; Savino Pezzotta, Segretario Generale CISL.
Massimo Ferlini, vice presidente della Compagnia delle Opere, ha spiegato il motivo per cui si è pensato di portare al Meeting il tema pensionistico, in quanto la pur apprezzata riforma del mercato del lavoro ha lasciato aperto il problema del welfare e la profonda trasformazione in atto richiede un adeguato dibattito.
Savino Pezzotta ricorda la paradossalità di parlare di riforma quando ne sono state effettuate ben tre e ribadisce che a suo parere non serve una revisione di fondo del sistema pensionistico; questo ha una sua dinamica, coi suoi processi di adattamento che sono in corso. La CISL è disposta a dibattere all’interno della delega, ma in questo momento pare che ci siano diversi orientamenti dei quali si vocifera senza che il governa dica una parola chiara su quale deve diventare oggetto della discussione. Pezzotta conclude che con tanti problemi presenti (l’inflazione che corrode il potere di acquisto delle fasce più deboli, il lavoro nero, la possibilità di fare cassa con la lotta all’evasione fiscale, la povertà in aumento) non è certo quello pensionistico ad avere la priorità.
Fausto Marchionni condivide l’esistenza di numerosi problemi, senza ritenere secondario, però, quello relativo al sistema previdenziale. Poiché la matematica non si fa coartare, non si può barare sui numeri. Tra le tante cose da fare, un aiuto concreto ai giovani sia come defiscalizzazione che come uso del TFR per rinforzare il sistema.
Guidalberto Guidi vede un settembre all’insegna di segnali di considerevoli difficoltà per l’industria italiana. Concordando con la scuola di pensiero che il sistema produttivo del nostro paese avrebbe dovuto puntare di più sulla qualità, ha confidato di avere deciso, consigliato dal pur espertissimo fiscalista di aderire al concordato fiscale (“non si sa mai”), portando il suo contributo fiscale alla soglia del 58%; con l’occasione ha voluto ricorda che il calo della pressione fiscale si avrà solo con l’abbattimento della spesa pubblica nei suoi principali capitoli di: sanità, pubblico impiego, pensioni).
Alberto Brambilla: “il problema è serio” dunque bisognerebbe parlarne meno sui media e più fra gli addetti ai lavori. La troppa pubblicità sull’argomento è soltanto foriera di una grande incertezza fra i lavoratori senza portare alcun beneficio. La riforma c’è, il problema è la transizione. È ora che nel nostro paese si facciano i conti di quanto costa il welfare; non basta affrontare la questione dell’avvio al lavoro, ma anche quello dell’uscita dallo stesso. Un appunto all’attuale governo: occorre promulgare al più presto il “Decreto sulla certezza dei diritti”, documento fondamentale per dare ai cittadini lo strumento per fidarsi delle strategie di chi legifera in materia previdenziale.
D. D. Rimini, 24 agosto 2003